Successo per l’evento organizzato dalla Fondazione “habitat umano”
CATANIA – “Vogliamo trasformare la casa, e il domicilio, in un luogo che accoglie, cura e sostiene la persona fragile”. È questo, in sintesi, il messaggio emerso a chiare lettere in seno al IV Meeting “Salute e Comfort negli Ambienti di Vita Confinati”, a cura della Fondazione “habitat umano”, con il contributo della Regione Siciliana, Assessorato della Salute, e con l’Alto Patrocinio del Parlamento Europeo e con, tra i più importati, il Patrocinio del Ministero delle Disabilità, inaugurato con il saluto Solenne, dall’Arcivescovo di Catania, S. E. Monsignor Luigi Renna, cui ha fatto seguito una ricca e partecipata presenza di interventi istituzionali.
Il Meeting internazionale, con un approccio interdisciplinare, chiamando alla collaborazione architetti, urbanisti, medici e ricercatori, ha promosso l’importanza del comfort psicofisico per i soggetti svantaggiati e la Persona fragile in relazione al loro “Ambiente di Vita”. Cardine dell’intensa giornata di studio il motto della Fondazione: “Vivere la disabilità, non essere la disabilità”. Da “Casa come fabbrica di ossigeno e medicina dell’habitat”, a “Città come risorsa per la Persona a 360 gradi”, fino al “Progetto individuale partecipato e Human Habitat Design”, di grande interesse gli argomenti approfonditi dagli illustri relatori: Rita Baraldi (IBE CNR, Istituto di BioEconomica, Firenze), Bettina Bolten (Biophilic Design Consultant, Milano), Sebastiano Percolla (presidente Fondazione Cenéstesi ETS, Catania), Francesca Castagneto (Professore associato di Tecnologia dell’Architettura Università Studi Catania – Corso di Laurea Architettura Siracusa), Antonio Marano (Direttore Ufficio Urbanistica, Comune di Aci Castello), Giuseppe Mussumeci (Professore ordinario di Geomatica, Università Studi Messina), Iginio Rossi (INU URBIT, Istituto Nazionale di Urbanistica, Roma), Alberto De Capua (Professore Associato di Progettazione tecnologica e ambientale dell’architettura – Università Mediterranea di Reggio Calabria), Wittfrida Mitterer (Presidente Fondazione Bioarchitettura, Direttore Master CasaClima/Bioarchitettura LUMSA Roma), Fiammetta Pilozzi (Università per Stranieri Dante Alighieri, Presidente Centro ricerca Allea, Reggio Calabria), Serena Tomasi (CEILS. Comparative, European and International Legal Studies, Università di Trento).
Per l’occasione, sono stati presentati (da Ferrara insieme a Sergio Amico – Psicoterapeuta e Portavoce CTS Fondazione habitat umano) studi, criticità e risultati relativi al primo biennio di sperimentazione (2022-2024) del progetto lacasachecura.it avviato dalla Fondazione.
“È stata forte la solidarietà delle istituzioni presenti a proseguire l’esperienza in termini di sperimentazione. Centrale, quindi, per la Fondazione habitat umano, è la Missione – Progettoche, dopo il primo biennio, riprende, con nuove e rinnovate speranza e fiducia, al fine di portare a compimento la realizzazione dei due pilastri fondamentali, “progetto di vita e ambiente di vita”, di cui ampiamente si è disquisito in termini tecnici e sociali, al fine di costruire una “nuova infrastruttura umana”, anche di ordine relazionale, che affianchi l’infrastruttura fisica, priva di barriere, accessibile, con principi di salubrità”, dichiara Francesco Ferrara, presidente Fondazione “habitat umano”.
Altresì hanno destato interesse: l’intervento ispirazionale a cura di Massimo Pica Ciamarra (direttore di Le Carré Bleu, foglio internazionale di architettura, Parigi), che ha presentato il “Codice Europeo Finalizzato alla Qualità degli Ambienti di Vita”, un’iniziativa volta a fissare standard europei per garantire ambienti salubri e confortevoli; le video interviste Beate Radzey e LANDaufwärts della Vinzenz von Paul gGmbH focalizzata sullo sviluppo di nuovi modelli abitativi di assistenza per anziani, con e senza bisogno di supporto; le Testimonianze (Distretto Socio Sanitario 19 Catania, Paola Tricomi, lo Sportello Disabilità e la storia di Graziella Anesi; Trento, Marta Russo Accessibility Influencer – Napoli, Carmela Palumbo, Interior Experience Designer; Nicola Scomparin – Veneto; Dina Castronovo e i Volontari Ospedalieri Italiani – Catania)
Ha chiuso il Meeting la sessione dedicata allo Human Habitat Award 2024 cha ha mostrato come relazioni umane, arte e comunicazione sono strumenti fondamentali per promuovere inclusione, prevenzione e cura. Il primo premio è andato all’associazione Volontari Ospedalieri Italiani di Catania, diretta da Dina Castronovo (per la capacità di suscitare empatia, coinvolgimento e solidarietà sociale con un grande bacino di attivisti che donano incessante assistenza ospedaliera: un modello di esperienza cui “habitat umano” si ispirerà per trasferirla a quella domiciliare). Secondo premio, ex equo, a Paola Tricomi, Cavaliere Ordine al merito Repubblica Italiana (per la sua missione e la sua autorevolezza in difesa dei diritti delle persone con disabilità) e Marta Russo, Accessibility Influencer (per la promozione e ideazione, anche mediante proposte di legge, di una nuova cultura delle disabilità).
“Possiamo ritenerci soddisfatti – conclude il presidente Ferrara -. Il meeting ha trasmesso un messaggio chiaro: gli ambienti confinati, come le nostre case e il domicilio della famiglia con disabilità, possono e dovrebbero diventare spazi che promuovano salute e comfort, soprattutto per le persone più fragili. L’invito, meglio, la necessità è ripensare gli spazi abitativi in modo integrato, mettendo insieme architettura, tecnologia, assistenza sanitaria e partecipazione sociale, per migliorare la qualità della vita e l’autonomia di chi le vive. Con il progetto “La Casa che Cura”, lo ribadiamo, il nostro obiettivo è trasformare la casa in un luogo che non solo accoglie, ma cura e sostiene. Vogliamo sviluppare modelli abitativi replicabili a livello comunitario che possano essere adottati su larga scala, influenzando le politiche pubbliche e sensibilizzando la società sull’importanza dell’abitazione come componente essenziale per il benessere e la salute. Concluso il meeting, ci concentreremo sull’avvio di progetti pilota che testino sul campo le soluzioni discusse. Lavoreremo in partnership con enti locali, imprese, università e associazioni per sviluppare un domicilio prototipo e implementare interventi innovativi, sempre in collaborazione con le persone con disabilità e le loro famiglie. L’obiettivo è trasformare le idee in realtà, facendo della sperimentazione un motore di cambiamento concreto per la promozione e ideazione, anche mediante proposte di legge, di un nuovo paradigma delle disabilità”.
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