LECCE – Non è dal modello rappresentato dal marchio Twiga, né dalla supervisione di Flavio Briatore che deve passare lo sviluppo del territorio: lo afferma la responsabile regionale per i movimenti e la partecipazione di Sinistra Italiana, Marina Leuzzi, che fa anche parte del circolo di Lecce, intervenendo nel dibattito successivo alla sentenza d’appello sulla vicenda dello stabilimento esclusivo che sarebbe dovuto sorgere sulla costa otrantina proprio con quel famoso marchio.
La sindaca di Lecce, Adriana Poli Bortone, aveva forzato l’interpretazione del verdetto – parlando genericamente di assoluzione e addebitando di fatto alla magistratura un presunto danno all’imprenditorialità e allo sviluppo – tanto da provocare una lunga precisazione da parte del procuratore della Repubblica (facente funzioni) Guglielmo Cataldi, alla quale era poi seguita la nota del difensore di uno degli imputati di un secondo procedimento (più ampio del primo), ancora nella fase iniziale, con la quale si paventa la presentazione di un esposto al Consiglio superiore della magistratura.
Dal punto di vista giuridico la questione è dunque tutt’altro che conclusa, ma è nuovamente emerso il cortocircuito tra politica e magistratura, certamente uno dei tratti caratterizzanti della storia d’Italia negli ultimi 30 anni. Ed è forse proprio a questo obiettivo che puntava la prima cittadina leccese con le sue affermazioni e non si può negare che la presa di posizione della procura sia stata abbastanza irrituale.
Molto meno scoppiettante, fino a oggi, è stato il dibattito dal punto di vista delle forze politiche. L’intervento di Sinistra Italiana rappresenta, quindi, un contributo per una discussione complessiva sul modello di sviluppo: “La Puglia ha da tempo deciso, grazie alla straordinaria rivoluzione urbanistica con l’assessora Angela Barbanente durante il governo Vendola, che la tutela del paesaggio, la regolamentazione del consumo di suolo, la tutela delle aree costiere dall’abusivismo, le normative urbanistiche (che permettono sì l’intervento privato ed edilizio senza inficiare l’ambiente e il nostro territorio) fossero la strada giusta per lo sviluppo del territorio. Una strada che abbiamo continuato a percorrere e a difendere anche con Annagrazia Maraschio assessora all’Ambiente e ancor prima con delega all’Urbanistica fino a pochi mesi fa”.
Marina Leuzzi sottolinea il valore economico di un uso consapevole e sostenibile del territorio e delle potenzialità del turismo che si nutre della ricchezza dei luoghi non dello sfruttamento, della bruttezza, e dei servizi per pochi e poche. Eppure siamo ancora qui a dover difendere tutto questo, a chiederci quale modello di sviluppo vogliamo per questa regione, a spiegare alle amministratrici e amministratori delle nostre città come la sindaca di Lecce Poli Bortone, che il luccichio del Twiga non ci interessa, non è il motore di sviluppo che vogliamo, che siamo in grado di ‘sovraintendere’ le nostre coste e i nostri porti senza la supervisione di esperti che diventano tali per il solo merito di possedere natanti di lusso”.
L’esponente di Sinistra Italiana conclude: “I leccesi, i salentini e i pugliesi si meritano certamente una crescita e uno sviluppo della propria costa, ma che sia per tutti i cittadini e le cittadine che già si contendono pezzetti di spiaggia libera nella cementificazione generale degli anni 70 e 80, che non hanno servizi e pochi accessi al mare fruibili e che devono fare posto a chi deve ‘produrre’ economie di cui non si conosce mai la reale ricaduta su tutto il territorio. Sarebbe più utile evitare spot pubblicitari politici e incominciare a valorizzare le energie e le competenze del nostro territorio, che sono tante e sane”.
Per cui a Briatore e chi come lui è rimasto deluso dalla poca accoglienza pugliese e salentina, riconfermiamo convintamente il nostro no a Twiga o similari costruiti senza rispettare le norme, riconfermiamo il no a modelli di turismo che non ci appartengono e che deprimono l’imprenditoria locale che avrebbe bisogno quella sì, di sostegno e pianificazione politica per crescere.
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