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Le criptovalute e Bitcoin rappresentano un tema di crescente interesse e dibattito nel panorama economico e finanziario globale. In Italia, questo fenomeno si intreccia con la prudenza storica delle istituzioni bancarie e con un quadro normativo in rapida evoluzione.
Grazie all’introduzione del Regolamento europeo MiCA, le regole per gli asset digitali stanno diventando più chiare, aprendo nuove opportunità per le banche e per i loro clienti. L’interesse verso Bitcoin e altri asset digitali coinvolge un pubblico sempre più trasversale, dalle nuove generazioni ai professionisti affermati, mentre le innovazioni tecnologiche, come la Blockchain e la tokenizzazione, promettono di rivoluzionare le basi stesse del sistema finanziario.
«Nel lungo termine, è probabile che l’inclusione delle criptovalute diventi una scelta strategica per le banche desiderose di mantenere una posizione competitiva», dice Christian Miccoli, CEO di Conio Inc. Gli istituti di credito italiani si trovano davanti a una scelta cruciale: affrontare con cautela il fenomeno delle criptovalute o cogliere a braccia aperte le opportunità che questo settore in rapida crescita può offrire. Una cosa pare certa: tra sfide normative, evoluzioni tecnologiche e un interesse sempre più diffuso tra i consumatori, il futuro del settore bancario si intreccia inevitabilmente con quello degli asset digitali.
La cautela delle Banche negli investimenti in Criptovalute e Bitcoin
Perché le banche sono così riluttanti a consigliare investimenti in criptovalute?
«La cautela mostrata dalle banche italiane verso le criptovalute potrebbe riflettere la prudenza con cui Banca d’Italia ha affrontato il tema negli ultimi anni. Già nel 2015 e poi nel 2022, l’istituzione ha espresso scetticismo riguardo alle valute virtuali, preferendo mantenere una posizione prudente. A ciò si aggiunge l’incertezza e la complessità normativa che caratterizza il settore fino a oggi.
Con l’introduzione del Regolamento europeo MiCA, che armonizza le normative precedenti e introduce tutele e licenze specifiche, il quadro è cambiato. Credo che questo possa agevolare le banche nel considerare l’integrazione delle Crypto nei propri servizi. Mi aspetto che, con l’aumento dell’interesse verso questi asset e una normativa più chiara, gli istituti di credito italiani inizieranno gradualmente a rivalutare le loro posizioni».
Quali sono i principali timori quando si parla di criptovalute?
«Oltre alle questioni normative, la volatilità dei prezzi e la limitata conoscenza del settore possono costituire dei punti di attenzione. Sebbene Bitcoin e alcuni altri asset digitali presentino frontiere promettenti, restano ancora poco conosciuti al pubblico tradizionale e alle stesse istituzioni. Questo porta ad adottare un approccio prudente. Ma con l’evoluzione delle competenze tecnologiche interne e con una maggiore familiarità, credo che le banche possano diventare facilitatori di questi asset, rispondendo a una crescente domanda di diversificazione».
I possibili vantaggi degli investimenti in Crypto
Ci sono vantaggi che potrebbero cogliere se iniziassero ad abbracciare il settore delle criptovalute?
«L’adozione delle criptovalute rappresenta un’opportunità significativa per ampliare il business bancario e attrarre una clientela nuova e diversificata. Secondo i dati OAM, a giugno 2024 oltre 1,3 milioni di italiani detenevano criptovalute per un valore complessivo di circa 2,2 miliardi di euro.
C’è in campo l’opportunità non solo di intercettare capitali che attualmente risiedono fuori dai circuiti tradizionali, ma anche di attrarre un pubblico giovane e digitalizzato, interessato a soluzioni innovative. Gli istituti finanziari che si muoveranno per primi in questa direzione potranno consolidare un vantaggio competitivo importante, diventando un punto di riferimento per una clientela dinamica e attenta alle tecnologie d’avanguardia».
Come si possono integrare le criptovalute nei modelli di business senza compromettere la fiducia dei clienti?
«L’integrazione di servizi correlati agli asset digitali, se eseguita con attenzione alla sicurezza e all’educazione, non mina affatto la fiducia dei clienti. Al contrario, potrebbe addirittura rafforzarla. Le banche che adottano asset digitali in un contesto regolamentato mostrano di saper cogliere nuove tendenze senza compromettere i propri standard di sicurezza e affidabilità. In questo modo possono rispondere a una crescente domanda di diversificazione, rafforzando il proprio ruolo di garanti e custodi dei fondi dei clienti».
Cosa risponderebbe a chi considera le criptovalute un bene rifugio?
«Bitcoin è spesso descritto come “oro digitale”, una definizione sostenuta anche da figure come Larry Fink, CEO di BlackRock, che ne sottolinea il potenziale di crescita a lungo termine, nonostante la volatilità. Questo asset è ormai percepito da molti come una riserva di valore. Altre criptovalute possono offrire opportunità interessanti, pur con scopi e utilizzi specifici diversi. Il settore si evolve rapidamente, con nuovi progetti che si dimostrano solidi e in grado di generare valore. L’importante è mantenere una prospettiva informata e bilanciata, riconoscendo sia i rischi sia le opportunità».
Il lungo termine per gli investimenti in Bitcoin e Crypto
Crede che in futuro le banche saranno obbligate dalla domanda del Mercato a offrire investimenti in Crypto?
«Nel lungo termine, è probabile che l’inclusione delle criptovalute diventi una scelta strategica per le banche desiderose di mantenere una posizione competitiva. L’interesse per le criptovalute è in crescita e le banche che risponderanno a questa domanda di diversificazione potranno soddisfare le esigenze di una clientela più orientata all’innovazione, rafforzando la propria rilevanza e competitività nel panorama finanziario».
Quali opportunità vede per i clienti?
«Beneficerebbero della possibilità di gestire i propri asset digitali tramite piattaforme bancarie familiari, ottenendo un’esperienza integrata e un livello di sicurezza più elevato rispetto ad alcuni operatori meno virtuosi del settore. La collaborazione tra Conio e Hype, così come l’offerta di Banca Generali, ne sono esempi di successo. Conio ha implementato un servizio di custodia e gestione di Bitcoin, completamente integrato nelle rispettive app bancarie, permettendo agli utenti di operare direttamente e in totale sicurezza. Questo dimostra che le banche possono integrare efficacemente servizi Crypto, offrendo un valore aggiunto ai propri clienti».
L’approccio delle nuove generazioni al settore Crypto
L’interesse crescente delle nuove generazioni può influenzare la strategia futura?
«È un segnale di cambiamento nelle preferenze di allocazione e di ricerca di strumenti al di fuori dell’offerta bancaria tradizionale. Tuttavia, i dati OAM mostrano che anche le fasce più adulte sono attive in questo settore: circa il 35% degli utenti di criptovalute nel secondo trimestre 2024 ha più di 40 anni, e un ulteriore 28% ha tra i 30 e i 39 anni. Questo interesse trasversale suggerisce che il settore bancario potrebbe trarre beneficio dall’offrire soluzioni legate a Bitcoin e altri asset per un pubblico eterogeneo, riconoscendo le criptovalute come un’opportunità di diversificazione per tutte le generazioni».
Blockchain e contesto bancario
Pensa che la Blockchain, al di là delle criptovalute, possa rappresentare un’opportunità per le banche?
«Assolutamente sì. La tokenizzazione e le tecnologie di registri distribuiti stanno trasformando il mondo finanziario. Secondo Boston Consulting Group, entro il 2030 gli asset illiquidi tokenizzati potrebbero superare i 15.000 miliardi di dollari di valore. È plausibile immaginare che, in futuro, i conti correnti tradizionali possano essere affiancati o sostituiti da wallet Blockchain universali. La tokenizzazione rappresenta il futuro della finanza, offrendo nuove possibilità di ottimizzazione e modernizzazione del sistema attuale».
Come vede il futuro del settore Crypto nel contesto bancario italiano?
«Appare promettente, nonostante alcune proposte legislative – come l’aumento della tassazione sulle plusvalenze al 42% – che potrebbero avere un impatto disincentivante. Il nuovo quadro normativo europeo e l’interesse crescente porteranno però gli istituti di credito a esplorare il potenziale degli asset digitali, con particolare attenzione alla tokenizzazione e ai registri distribuiti come tecnologie sempre più presenti nella nostra quotidianità. Conio si posiziona in prima linea, con integrazioni bancarie innovative e una tecnologia avanzata in ambito Blockchain e tokenizzazione». ©
Articolo tratto dal numero del 15 dicembre 2024 de Il Bollettino. Abbonati!
📸 Credits: Canva
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