Il futuro del turismo spaziale potrebbe parlare un po’ italiano. Virgin Galactic, l’azienda fondata dal miliardario Richard Branson, ha firmato a Washington un accordo di cooperazione con l’Ente nazionale per l’aviazione civile (Enac) per valutare la possibilità di perpetrare voli suborbitali turistici dallo spazioporto di Grottaglie, nel territorio di Taranto. L’annuncio è avvenuto nell’ambasciata italiana nella capitale americana giovedì 12 dicembre. Si tratta di un passo significativo per il settore aerospaziale europeo: se il progetto andrà in porto, Grottaglie diventerà il primo spazioporto del continente a ospitare voli turistici suborbitali, ovvero quei voli che raggiungono il confine dello spazio senza entrare in orbita attorno alla Terra. Fino ad ora, Virgin Galactic ha operato puramente dallo Spaceport America in New Mexico, negli Stati Uniti.
Cos’è è Virgin Galactic?
Virgin Galactic non è una compagnia aerea tradizionale. Fondata nel 2004 da Richard Branson, fa parte del gruppo Virgin e si è specializzata nel nascente settore del turismo spaziale suborbitale. L’azienda è stata la prima al mondo a lanciare civili paganti nello spazio in modo autonomo, l’11 luglio 2021, quando lo stesso Branson ha partecipato a un volo che ha raggiunto 86,1 chilometri di altitudine. Il modello di business è chiaro: offrire 500 posti all’anno per voli spaziali turistici, ciascuno al costo di 200mila dollari. Durante questi voli, i passeggeri possono sperimentare circa sei minuti di assenza di peso. Si tratta di un’alternativa molto più economica rispetto all’unica altra opzione disponibile finora, i voli dell’agenzia spaziale russa, che costano circa 20 milioni di dollari per sei giorni nello spazio.
La base operativa principale dell’azienda si trova a Las Cruces, nel New Mexico, dove nel 2011 ha inaugurato lo “Spaceport America“, progettato dall’architetto Norman Foster. L’azienda sta attraversando una fase di transizione: ha recentemente sospeso i voli per concentrarsi sullo sviluppo della nuova flotta di astronavi Delta, prevista per il 2026, che dovrebbe trasportare più passeggeri a tariffe più elevate.
Perché proprio l’Italia?
I legami tra Virgin Galactic e l’Italia risalgono al 2018. Già allora l’azienda spaziale britannica firmò un primo accordo con Sitael, azienda italiana del settore aerospaziale. Quell’affinità prevedeva che un veicolo spaziale di The spaceship company, una sussidiaria di Virgin Galactic, sarebbe stato costruito con il contributo tecnologico italiano e assemblato in Puglia proprio per essere utilizzato nel futuro spazioporto di Grottaglie.
La collaborazione si è intensificata nel giugno 2023, quando l’azienda ha specializzato membri dell’Aeronautica militare italiana e del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) come equipaggio per la missione Galactic 01, il suo primo volo commerciale suborbitale dallo Spaceport America in New Mexico. Durante quella missione, i ricercatori italiani hanno condotto esperimenti scientifici a bordo del velivolo spaziale.
In un’intervista a Bloomberg, Mike Moses, responsabile del programma di voli spaziali commerciali, ha spiegato che la posizione geografica dell’Italia è ideale per il primo spazioporto europeo dell’azienda. La Puglia, infatti, si trova in una posizione stazione rispetto ai potenziali clienti provenienti sia dall’Europa che dal Medio Oriente, mercati finora non serviti da strutture per il turismo spaziale. Per rendere operativa questa infrastruttura, la Regione Puglia e il governo italiano hanno recentemente stanziato 70 milioni di euro per le necessarie infrastrutture aeroportuali, come riportato nel comunicato di Virgin Galactic. “Siamo eccitati per il fatto di lavorare con Virgin Galacti e di dimostrare come lo spazioporto di Grottaglie sia in grado di fornire infratrutturre, competenze di alto livello e servizi specializzati necessari a effettuari voli suborbitali” ha detto Antonio Maria Vasile, presidente della Aeroporti di Puglia. Vasile ha evidenziato come “lo Spazioporto nasce come crocevia per l’innovazione, la osservazione scientifica e lo sviluppo tecnologico, nonché un fulcro per la cooperazione internazionale nello spazio”.
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