“L’Agenda della Milanese 2025” viene presentata dall’autrice, Michela Proietti in due tappe a Lecce. Alle 11 presso la Libreria Palmieri per un firmacopie, e alle ore 18, con ingresso su invito info@palazzolucelecce.com, nelle sale di Palazzo Luce, nel centro storico di Lecce.
L’agenda – dal latino “cose da trattare, da fare” – edita da Solferino, è diventata un oggetto di culto, diario, punto di riferimento, in un mondo in cui tutto è sempre più digitale. La giornalista, che si occupa di moda e società per il “Corriere della Sera” e il settimanale “7”, umbra d’origine ma d’adozione milanese, è una donna volitiva e ironica, ascolta quando lo ritiene, ama stare tra le persone e vive tutto con passione. Anche la sua agenda.
Michela Proietti, una milanese in Puglia è come “un marziano a Roma” per dirla con Flaiano?
«Ho scoperto che c’è un amore grandissimo dei milanesi per la Puglia. Non è stato una scelta casuale presentare “L’agenda della milanese” in questa terra. La Puglia è sempre stata, secondo me, l’atterraggio naturale».
Lecce l’accoglie in un palazzo che oscilla tra storia, design e arte contemporanea, pubblicato sulle migliori riviste internazionali. La milanese deve essere sempre al massimo?
«(ride) La milanese deve avere sempre un pretesto culturale, nobilitato da un fattore di curiosità o abbellimento. Portiamo a Palazzo Luce di Annamaria Enselmi, persone meravigliose e, a nostra volta, accompagniamo la milanese in un luogo meraviglioso. Noi torniamo a casa con un’esperienza che oscilla tra lusso e bello, molto bello. E lo sottolineo perché, spesso, il lusso non sempre è bello».
Chi sono i suoi modelli?
«Durante la mia carriera sono stata baciata dalla fortuna perché non ho mai incontrato né il grossolano né quello che si atteggia a grande campione. Non li ho proprio sfiorati. La mia storia professionale è partita da un giornale locale, La Nazione, dove, anche lì, c’è ricchezza e cultura. Ho attraversato il giornalismo in tutte le sue sfaccettature. Ho tratto spunto dai libri di Camilla Cederna o, per andare oltre oceano, da quelli di Elsa Maxwell, soprannominata la grande pettegola. Una che navigava in questi ambienti e li raccontava benissimo. Oppure Doroty Parker o Truman Capote. Una scrittrice con cui ho stretto una bella amicizia è Sveva Casati che ha venduto dodici milioni di copie nella sua carriera e che merita di essere premiata da Milano e dall’Italia. Lei, con i suoi romanzi rosa e la sua scrittura, fa star bene le persone. I suoi libri sono distribuiti nei reparti oncologici, e le malate dicono di essere serene dopo averli letti. Ecco, per me il senso della lettura è la capacità di comunicare un po’ di pace, un po’ di bello per evadere in un’altra dimensione».
Il suo mentore?
«In assoluto Lina Sotis, la signora italiana del Galateo che ha uno sguardo disincantato, ironico e al contempo affettuoso verso la società meneghina e non solo, con cui ho un rapporto privilegiato. Per me esclusivo».
Con la sua agenda 2025, vuole ribaltare lo stereotipo della milanese sempre di corsa. Perché?
«Assolutamente. È proprio il senso finale della pubblicazione. Ogni settimana, alla fine, c’è una sorta di riepilogo: gli obiettivi da raggiungere. Cinque paesi del mondo che vuoi visitare nel prossimo anno. Le cose che hai elencato questa settimana e non puoi proprio più rimandare. Questo numero cinque per me ritorna sempre. Mio figlio Riccardo mi prende in giro perché dice che, per me, è tutto cinque minuti. Ma in questo lasso di tempo puoi fare molto, anche pensare a te stessa. Una doccia, dare un bacio, fare una riflessione sulla tua vita prendendo proprio l’agenda».
Qualcuna si è offesa per non essere stata inclusa tra le testimoni intervistate?
«Da quando è uscita “La milanese” spesso mi chiedono: “Ma perché io non faccio parte di questo gruppo?”. In realtà le ho scelte come faccio sempre tutto, d’istinto. Erano le persone che frequentavo e mi piacevano in quel momento. Alcune non sono conosciute ai più, ma le trovavo espressione di un certo tipo di vita. Oggi, poiché cambia tutto vorticosamente, qualcuna non la includerei più».
Questa agenda sta ormai diventando una guida urbana?
«Esattamente! Gli alberghi di Milano come il Portrait o il Bulgari, la stanno prendendo per omaggiarla ai propri clienti. Abbiamo fatto un’appendice in lingua straniera perché così le persone che arrivano da Londra, Parigi, Tokyo o New York, si trovano l’agenda e un vademecum della città. La mia idea è quella di farla diventare una city guide. Gli indirizzi sono il classico passaparola dell’amica e non il suggerimento del portiere d’albergo che, magari, prende la mancetta».
La milanese Michela Proietti si fermerà all’agenda di stile e tendenza?
«Non ci fermiamo mai, per cultura o curiosità, ma con altri ritmi. Proprio come consiglia l’Agenda della Milanese 2025».
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