L’Italia è un paese sostenibile? Acqua, povertà, territorio, la risposta in tre grafici (interattivi): i dati per regione

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Redazione Economia

Il percorso verso la sostenibilità secondo il quinto Rapporto sui territori di Asvis: l’attuazione dei 14 obiettivi dell’Agenda 2030 resta complicato

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Tra il 2010 e il 2023 le regioni italiane non sono riuscite a intraprendere un percorso efficace di attuazione dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile: sui 14 Obiettivi di sviluppo sostenibile analizzati solo per l’istruzione si registra un miglioramento su buona parte del territorio nazionale, mentre peggiorano le condizioni di quasi tutte le regioni per povertà, acqua e sistemi idrici, qualità degli ecosistemi terrestri. È quanto emerge dal quinto Rapporto sui Territori, pubblicato oggi dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), che contiene anche analisi originali sulle politiche riguardanti il governo del territorio, la rigenerazione urbana, la decarbonizzazione dei trasporti e il miglioramento della qualità dell’aria, l’adattamento ai cambiamenti climatici e la prevenzione del dissesto idrogeologico.

I fattori in calo e quelli in miglioramento

Particolare attenzione viene posta nel Rapporto anche sulla gestione dei rischi naturali e antropici come quelli derivanti dagli impianti industriali a rischio di incidente. La pubblicazione contiene poi una serie di proposte per realizzare politiche territoriali orientate allo sviluppo sostenibile e superare le forti e crescenti disuguaglianze che caratterizzano l’Italia. Attraverso l’elaborazione di circa 100 indicatori elementari e indici compositi, l’Asvis esamina la condizione dei territori italiani sul periodo 2010-2023, evidenziando progressi, criticità e divari territoriali. Dai dati emerge un quadro complesso, in cui le disuguaglianze Nord-Sud rimangono marcate. In particolare, povertà, acqua e vita sulla terra e giustizia e istituzioni peggiorano in gran parte dei territori, mentre sia il Nord-Ovest sia il Nord-Est presentano significativi miglioramenti per l’istruzione, a fronte di una sostanziale stabilità nel resto del Paese.




















































Regioni e città più virtuose

Nel Rapporto Territori, l’Asvis analizza la capacità di regioni e province autonome di raggiungere 28 obiettivi quantitativi contenuti in strategie, piani e programmi ufficialmente adottati a livello europeo e nazionale. Tra le più virtuose ci sono Lazio, Umbria, Valle d’Aosta e la provincia autonoma di Trento, in grado di conseguire 12 obiettivi, mentre molte altre regioni, soprattutto nel Mezzogiorno, potranno raggiungerne solo 4-6. Provincia autonoma di Bolzano, Veneto, Molise, Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna presentano, alla luce delle tendenze degli ultimi anni, il numero maggiore di obiettivi impossibili da raggiungere. Anche nelle Città metropolitane emergono numerose disuguaglianze: Firenze, Milano, Roma e Cagliari hanno risultati migliori, con 6-8 obiettivi raggiungibili, mentre Napoli, Reggio Calabria, Palermo e Catania si fermano a due obiettivi. Se si osservano gli obiettivi certamente non raggiungibili, la situazione peggiore si rileva per Catania, Torino, Roma e Reggio Calabria (5-6).

Le proposte per uno sviluppo sostenibile in Italia

Quattro questioni sono prioritarie da affrontare e, stando ad esse, l’Asvis formula una serie di proposte per portare l’Italia su un sentiero di sviluppo sostenibile. La prima deriva dall’approvazione del Regolamento europeo sul ripristino della natura (Nature Restoration Law): si tratta di uno snodo cruciale per la tutela del capitale naturale e per creare occupazione di qualità. La normativa approvata a giugno 2024 impone, infatti, lo stop immediato al consumo netto di suolo nelle grandi aree urbane e prevede un aumento delle aree verdi e della copertura arborea a partire dal 2031. La seconda riguarda le politiche climatiche per le città. Le nove città italiane coinvolte nella Missione europea delle città a impatto climatico zero (Bergamo, Bologna, Firenze, Milano, Padova, Parma, Prato, Roma e Torino) forniscono esempi virtuosi da replicare in altre realtà urbane. Per migliorare la qualità del patrimonio edilizio è essenziale implementare la Direttiva europea sulla prestazione energetica degli edifici (Case green) e raggiungere entro il 2050 l’obiettivo di un parco immobiliare a emissioni zero. Nel settore dei trasporti, l’Italia deve ridurre il tasso di motorizzazione, attualmente al 67%, per allinearsi alla media europea del 51% nel prossimo decennio.

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Le quattro priorità

Il terzo aspetto prioritario è quello della rigenerazione urbana e delle politiche abitative, argomenti strettamente connessi alle sfide climatiche e al loro impatto sulle fasce più deboli della popolazione. Le Agende per lo sviluppo sostenibile locale stanno diventando strumenti essenziali per superare la frammentazione tra pianificazione urbana e politiche di coesione territoriale: per questo, occorre incentivarne l’attuazione, con un approccio integrato che tenga conto delle specificità locali e delle emergenze ambientali. La quarta priorità indicata è quella delle politiche per la montagna e le aree interne, che devono assumere una nuova centralità da valorizzare, anche per affrontare la crisi climatica, con politiche dedicate. A tale proposito si richiama l’attenzione su tre disegni di legge sulla montagna attualmente in discussione al Senato e sull’urgenza di una normativa specifica. Il Rapporto presenta inoltre una selezione di 30 buone pratiche ispirate all’Agenda 2030: la campagna lanciata dall’Asvis nel 2024 ha ricevuto 127 progetti, il doppio dei 64 arrivati nel 2023, evidenziando l’aumento della sensibilità e dell’impegno per raggiungere gli Obiettivi dello sviluppo sostenibile nei territori.

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La presentazione del rapporto Asvis

Il rapporto, realizzato con il contributo incondizionato di Federcasse e Wind Tre, è stato presentato al Cnel dai presidenti dell’Asvis, Marcella Mallen e Pierluigi Stefanini, e dal direttore scientifico dell’Asvis, Enrico Giovannini, nel corso di un incontro dove sono intervenuti numerosi rappresentanti delle istituzioni: il presidente del Cnel, Renato Brunetta, il vicepresidente esecutivo della Commissione Ue, Raffaele Fitto, il presidente della Regione Liguria, Marco Bucci, il sindaco di Napoli e presidente dell’Anci, Gaetano Manfredi, la presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti, il presidente dell’Unioncamere Andrea Prete. «La conversione ecologica può essere allo stesso tempo il traino e il volano di benefici per tutte le dimensioni dello sviluppo sostenibile — sostiene la presidente Mallen —, integrando aspetti positivi a livello di inclusione sociale, protezione ambientale, innovazione economica e coinvolgimento istituzionale. Nonostante una situazione generalmente difficile, l’Asvis con il Rapporto sui Territori mette in luce la possibilità di un cambiamento vantaggioso per tutti, come dimostrano le numerose esperienze virtuose che maturano nei territori, dalle città alle aree interne».


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