I docenti Maria Mastino, Sandra Buongrazio e Michele Porcelli continuavano a proporre lezioni private minacciando gli studenti che si rifiutassero di precludere loro la possibilità di sostenere gli esami. Le ipotesi di reato sono di corruzione, induzione indebita a fare o promettere utilità, e falso nelle attestazioni di assenza di conflitti di interessi
«La prassi di illegalità, ormai diffusa, rendeva assai difficoltoso per i docenti onesti continuare a insegnare senza subire le continue prevaricazioni di quelli disonesti». Nonostante le perizie in corso sui pc e telefoni sequestrati nel febbraio 2023 dalla Squadra Mobile agli indagati docenti del Conservatorio di Milano «Giuseppe Verdi», è bastato un mese di riattivate intercettazioni «tra il 1 marzo ed il 9 aprile 2024 per accertare che tutti i docenti coinvolti nell’indagine continuavano» come prima a dare a pagamento lezioni private agli studenti cinesi che poi esaminavano nelle commissioni di ammissione ai prestigiosi corsi di canto. E anzi, addirittura appena 5 mesi fa senza che si sia saputo, il direttore del Conservatorio (parte lesa nel procedimento), Massimiliano Baggio, ha denunciato alla polizia che una allieva cinese gli aveva riferito che una delle insegnanti, Maria Mastino, le avesse proposto di effettuare lezioni private a pagamento in aggiunta alle normali, minacciandola (di fronte al rifiuto della ragazza) di precluderle la possibilità di sostenere gli esami.
Per questo, pur dopo aver ascoltato le loro difese nei nuovi «interrogatori preventivi» introdotti dalla riforma Nordio, la gip milanese Alessandra Di Fazio ieri ha emesso per gli insegnanti Maria Mastino, Sandra Buongrazio e Michele Porcelli la misura cautelare interdittiva (che il pm Giovanni Polizzi aveva richiesto in subordine agli arresti domiciliari) della sospensione per un anno dal pubblico ufficio di docente, e del divieto ovunque di esercitare la professione di insegnante, per le ipotesi di reato, a vario titolo, di corruzione, induzione indebita a fare o promettere utilità, e falso nelle attestazioni di assenza di conflitti di interessi: «Sono le sole misure in grado — osserva la gip — di recidere i legami createsi con gli studenti e gli intermediari cinesi che hanno alimentato la prassi criminale» di soldi in cambio della promessa di passare l’esame di ammissione, veicolati attraverso il pagamento di pacchetti di lezioni private. Per la gip la condotta dei professori indagati «ha alterato, per un tornaconto personale, il meccanismo di ingresso degli studenti cinesi presso li prestigioso ente milanese, oltre a danneggiare l’istituzione stessa con l’accesso di studenti che magari diversamente non lo avrebbero meritato».
Persino il quadro emerso dagli interrogatori preventivi «è desolante, in quanto gli indagati dimostrano di non aver in alcun modo compreso il disvalore delle condotte commesse, giustificandole con il fine di premiare studenti meritevoli, e nel contempo minimizzandole alla luce di presunti comportamenti scorretti di altri colleghi». Una delle tante particolarità degli «interrogatori preventivi» (svolti dai candidati alle misure cautelari difesi dagli avvocati Carlo Fontana, Luca di Edoardo e Marika Ballardini) é che, pur restando congelata sino a fine gennaio la decisione della gip sull’indagato quarto docente (Diego Dauria) non interrogato perché ha fatto sapere di non rientrare dal Sudamerica prima appunto di due mesi, per forza di cose la gip si esprime indirettamente anche su lui nel momento in cui ritiene fondate le medesime contestazioni alla base della sospensione dal servizio di una collega coindagata.
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