Un impegno collettivo per l’inclusione

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Stati Generali della Disabilità in Umbria: Un impegno collettivo per l’inclusione

Stati Generali della Disabilità – Si sono svolti oggi presso la Sala Brugnoni di Palazzo Cesaroni gli Stati Generali della Disabilità in Umbria, un evento organizzato da Fish Umbria e che ha visto la partecipazione di numerose autorità istituzionali, tecnici e rappresentanti del terzo settore. L’incontro, che ha visto anche la partecipazione in streaming della ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli, ha segnato la conclusione di un importante percorso che ha coinvolto vari attori pubblici e privati, con l’obiettivo di rafforzare le politiche di inclusione nella regione.

Il convegno ha avuto una grande rilevanza per l’Umbria, in quanto la provincia di Perugia è stata selezionata tra le nove aree pilota per la sperimentazione della nuova riforma della disabilità che partirà nel 2025. La riforma mira a innovare i modelli di valutazione e presa in carico delle persone con disabilità, semplificando le procedure e garantendo un approccio integrato tra i servizi sanitari e sociali. In tale contesto, il “Progetto di Vita” gioca un ruolo centrale, puntando a garantire maggiore ascolto e dignità alle persone coinvolte.

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Nel suo intervento, la ministra Locatelli ha sottolineato l’importanza della riforma, evidenziando come questa sia un passo fondamentale verso una vera e propria trasformazione del sistema. “Il cambiamento è avviato e non si fermerà – ha dichiarato Locatelli – poiché puntiamo a garantire una valutazione più completa della condizione di disabilità e a migliorare l’integrazione tra i diversi ambiti di intervento”. La riforma, secondo la ministra, non solo semplificherà le procedure burocratiche, ma offrirà anche soluzioni più mirate e personalizzate, rispettando i diritti delle persone con disabilità.

Durante l’evento, il Presidente di Fish Umbria, Vincenzo Falabella, e la presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti, hanno ribadito la necessità di coinvolgere tutte le parti sociali nella progettazione di un sistema più inclusivo. “La scuola deve essere il primo motore per costruire una società più equa e inclusiva” – ha dichiarato Proietti, ricordando che l’educazione è il fondamento per garantire l’uguaglianza e la ricchezza sociale. Questo impegno deve continuare attraverso la coprogettazione con il terzo settore, le associazioni e le istituzioni.

Nel suo intervento, la sindaca di Perugia, Vittoria Ferdinandi, ha evidenziato come il tema della disabilità debba essere affrontato non solo come un’urgenza, ma come una priorità per la coesione sociale e il benessere delle comunità. “Le politiche attive devono garantire i diritti fondamentali delle persone con disabilità, dalla casa al lavoro, dall’istruzione all’inclusione sociale”, ha affermato la sindaca, sottolineando come l’ambiente in cui una persona vive possa determinare il livello di disabilità che essa percepisce.

Ferdinandi ha inoltre parlato dell’importanza di un cambio di prospettiva: “La disabilità non è solo una condizione individuale, ma una relazione tra le caratteristiche della persona e l’ambiente in cui vive. Per questo, è essenziale abbattere le barriere architettoniche e migliorare l’accessibilità”. La sindaca ha poi ribadito il suo impegno, in qualità di delegata ANCI per l’inclusione, a portare la questione dell’inclusione a livello nazionale, affinché vengano destinati più fondi per progetti di vita indipendente e per l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità.

“Il lavoro non è solo un’opportunità economica, ma è fondamentale per costruire la propria identità”, ha concluso la sindaca, facendo appello a tutte le istituzioni, al terzo settore e ai cittadini affinché uniscano gli sforzi per un futuro più giusto e inclusivo.

L’incontro di oggi ha rappresentato un passo importante per la provincia di Perugia e per l’Umbria in generale, che ha messo in evidenza come, per una vera inclusione, sia necessario un impegno collettivo, in grado di coinvolgere tutti i livelli della società e delle istituzioni. La partecipazione e la coprogettazione, infatti, sono la chiave per garantire che le persone con disabilità possano godere pienamente dei diritti fondamentali e abbattere le barriere fisiche e culturali che ancora limitano la loro libertà di movimento e partecipazione sociale.

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