Manovra 2025, il contributo chiesto al sistema bancario arriverà ancora una volta come anticipo di liquidità per non intaccare il patrimonio degli istituti di credito. Per l’Ires premiale, solo per il 2025, servono 400 milioni
Il nuovo contributo chiesto dal governo alle banche per finanziare gli sgravi Ires alle imprese che assumono e investono arriverà, ancora una volta, con un anticipo di liquidità. L’emendamento del governo alla manovra sarà presentato solo oggi, ma c’è un’intesa di massima, anche con il sistema bancario, salvo sorprese dell’ultimo minuto. Seguendo lo stesso schema del contributo già previsto nel testo della legge di Bilancio, che già garantisce 1,8 miliardi per il ‘25 e 1,5 per il ‘26, alle banche sarà chiesto, sostanzialmente, di rinviare nel tempo la compensazione dei crediti fiscali. Con questa operazione, che non intacca il patrimonio degli istituti di credito, per il ‘25 verrebbero fuori almeno altri 200 milioni. Una cifra analoga dovrebbe essere garantita dalle assicurazioni, ma la formula del contributo non è ancora chiara.
L’Ires premiale
Per l’Ires premiale, solo per il ‘25, servono 400 milioni come ha confermato ieri il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. L’Ires scenderebbe dal 24 al 20% per le imprese che aumentano l’occupazione dell’1% e reinvestono in azienda l’80 degli utili, il 30% nei beni di Transizione 5.0, i cui incentivi verranno contestualmente estesi e rafforzati dopo l’intesa con la Ue. «Saranno cumulabili anche con quelli della Zes per il Sud» ha spiegato ieri Giorgetti, fiducioso che quest’anno la crescita dell’economia possa arrivare allo 0,7%, un po’ meno delle previsioni del governo, ma che non cambia l’impostazione della manovra.
Le risorse
Lo sgravio alle imprese è l’ultimo tassello importante della legge di Bilancio. È stato concordato dai leader della maggioranza lunedì scorso, prendendo anche atto che i fondi raccolti con il concordato fiscale, poi riaperto fino a ieri, per i lavoratori autonomi non bastano per gli sgravi Irpef al ceto medio. A fine ottobre, la scadenza originaria, avevano aderito al patto sulle imposte da pagare nel ‘24 e ‘25 circa 500 mila partite Iva, rispetto ai circa 4 milioni di soggetti cui era rivolta la proposta. La misura di quanto maggior gettito si sia incassato ancora non c’è. Sono stati versati 1,3 miliardi, ma bisognerà sottrarre quello che gli stessi contribuenti avrebbero versato, senza optare per l’aliquota sostitutiva ridotta, con l’Irpef ordinaria. I versamenti della riapertura si conosceranno a fine settimana, ma la riduzione dell’Irpef al ceto medio è rinviata al prossimo anno, quando si sarà assestato il bilancio dell’operazione fortemente voluta da Forza Italia, ma che non ha mai entusiasmato il titolare dei conti, Giancarlo Giorgetti.
I tempi d’esame
Gli emendamenti del governo sull’Ires, la flat tax del 5% sugli straordinari degli infermieri, i 500 euro mensili in più agli specializzandi non medici, il turn over pieno negli enti locali e nel comparto sicurezza, saranno presentati solo oggi. I tempi d’esame saranno brevissimi, perché la legge di Bilancio è attesa in Aula a Montecitorio il 19 e deve ancora passare al Senato.
Ieri sono arrivati gli emendamenti dei relatori, concordati col governo. Tutti micro-interventi: l’Iva ridotta al 5% per le lezioni di alpinismo, la detassazione delle medaglie del Coni alle Paraolimpiadi e Olimpiadi invernali di Milano-Cortina, gli esperti per il Commissario per la caserma dei CC di Livorno. Tra le proposte, un organismo per la composizione delle vertenze sulle multe quote latte, che si trascinano dal 1995, con il taglio del 50% degli interessi.
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