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Sono 250 milioni di euro i capitali raccolti nel 2024 dalle startup Fintech e Insurtech italiane, di cui il 44% ha raggiunto il break-even a fine anno e il 76% sta assumendo personale.
Fintech in Italia: i numeri del 2024
Il settore italiano del Fintech e Insurtech vive una fase di maturità e consolidamento. A fine 2024, si contano 596 startup, in lieve calo rispetto alle 622 del 2023, tra nuove realtà annunciate, alcune chiusure, diverse M&A. Quelle esistenti hanno rafforzato la propria posizione attraverso sinergie con partner industriali e finanziari, dimostrando capacità di adattamento e resilienza.
Circa due terzi delle startup (63%) hanno raccolto capitali dalla fondazione a oggi. Tra queste, il 31% lo ha fatto nel 2024 (20% del totale). Complessivamente, nell’anno in corso sono stati raccolti 250 milioni di euro tra equity e strumenti convertibili, +44% rispetto ai 174 milioni del 2023, prevalentemente attraverso Business Angel e Venture Capitalist. Ma molte realtà ancora faticano ad attrarre capitali sufficienti per sostenere ricerca, sviluppo e crescita: 46% è impegnato nella ricerca fondi e solo il 12% ha identificato investitori adeguati al round pianificato, prevalentemente Seed o Series A. I round sono spesso destinati allo sviluppo del prodotto più che all’espansione in nuovi mercati o alla diversificazione della clientela. E l’ammontare dei fondi è generalmente contenuto (oltre il 50% delle richieste è inferiore a 2 milioni di euro).
Il Fintech & Insurtech italiano però appare in salute. Per il secondo anno consecutivo, i ricavi mediani per startup sono in aumento (+29%), con una previsione di 450.000 euro nel 2024, segnale di un ecosistema che continua a crescere nel suo complesso. Migliora la profittabilità, con il 44% delle startup che prevede il break-even entro fine anno. E le startup dimostrano pragmatismo nel gestire le risorse disponibili, privilegiando l’efficienza operativa e gli investimenti strategici. Il contesto è vivace anche nell’assunzione di personale: il 76% delle startup ha posizioni aperte, soprattutto per rafforzare R&D e vendita e marketing.
Sono questi i alcuni dei risultati della ricerca dell’Osservatorio Fintech & Insurtech del Politecnico di Milano.
Fintech e Insurtech: le tecnologie
Le tecnologie sono il fulcro dell’offerta delle startup Fintech e Insurtech, che continuano a puntare soprattutto su quelle più consolidate, come API (adottate dal 70%) e Artificial Intelligence (43%). Tra le tecnologie emergenti, si distingue la crescita significativa della Generative AI, adottata oggi dal 26% di startup soprattutto per ottimizzare processi di back-office, mentre rimane limitato l’impiego per servizi specifici rivolti a settori verticali o ai consumatori finali, con esempi significativi concentrati soprattutto nei chatbot.
Le realtà Fintech e Insurtech italiane si rivolgono nella loro offerta principalmente ad aziende e intermediari finanziari, confermando il loro ruolo di abilitatrici tecnologiche più che di competitor diretti dei player tradizionali. In particolare, 1 startup su 2 si configura come Techfin, collaborando con intermediari tradizionali per migliorare tecnologie, processi e servizi, anziché competere con essi.
I dati dell’Insurtech
All’interno del panorama complessivo, sono 86 le startup Insurtech attive nel 2024, capaci di raccogliere quasi 35 milioni di euro nel corso dell’anno. L’83% delle realtà sta assumendo nuovo personale per sostenere l’espansione e il 43% ha già raggiunto il break-even. Tuttavia, anche in questo ambito il funding è la sfida principale, indicata dal 55% delle realtà e ben il 43% è attivamente alla ricerca di capitali per accelerare lo sviluppo.
In ambito assicurativo è stato registrato un incremento della digitalizzazione, principalmente guidato dalla grande crescita delle partnership tra incumbent e startup: sono 45 quelle attivate nel 2023, in aumento dell’80% rispetto all’anno precedente. Ma è spinto anche dall’impegno delle compagnie nello sviluppo interno di progetti digitali: sono stati avviati 108 progetti interni per un valore di quasi 45 milioni di euro, con un aumento dell’89% rispetto all’anno precedente.
Il cliente finanziario del futuro
I clienti finanziari italiani sono molto propensi ad usare il digitale come canale di gestione delle proprie attività finanziare: il 74% usa già l’home banking e il 65% l’app della propria banca (entrambi in crescita di 8 punti percentuali rispetto all’anno scorso). Lo sono molto meno a condividere informazioni con la propria banca: appena il 5% è disposto a condividere in automatico un set ampio e completo di dati, che vanno dalle informazioni anagrafiche, ai dati finanziari (come buste paga o investimenti), fino ai dati di comportamento (come l’utilizzo dello smartphone o gli spostamenti). Le motivazioni della reticenza sono soprattutto mancanza di chiarezza e consapevolezza: il 51% non comprende l’utilizzo dei dati raccolti, il 49% non percepisce chiaramente le motivazioni della banca nel chiederli e il 42% non vede vantaggi concreti. Sono di più i consumatori disposti a condividere informazioni manualmente, ad esempio compilando form, potendo controllare la procedura e ottenere spiegazioni chiare.
Fintech e Teen
Gli istituti finanziari iniziano a concentrarsi sul target dei Teenager come clientela attuale e futura dei loro servizi. I ragazzi italiani tra i 13 e i 19 anni utilizzano ancora poco prodotti e servizi finanziari e gli unici realmente diffusi sono i pagamenti contactless (utilizzati già dal 44% del totale dei teenager). Ma nel futuro c’è interesse: i teenager vorrebbero utilizzare soprattutto pagamenti istantanei (72%), servizi di cashback (49%), split dei pagamenti (45%), servizi di automazione dei risparmi (31%) e servizi di Buy Now Pay Later (15%). Tuttavia, specialmente tra i minorenni, è centrale il ruolo dei genitori (anche per motivi legali). Il 96% dei minorenni ha aperto un conto corrente perché lo hanno voluto i genitori, stessa cosa per il libretto di risparmio (il 99%). Il 69% dei teen sceglie la stessa banca dei genitori, anche nei casi in cui dichiarano di fidarsi più delle banche conosciute in TV (12%) o sui social (3%).
La sostenibilità
Il 74% dei principali gruppi bancari e assicurativi europei considera la sostenibilità in tutte le sue declinazioni (ambientale, sociale e di governance) un tema di rilevanza strategica, tra i principali obiettivi di medio-lungo termine e destinando risorse significative. Un ulteriore 21%, principalmente gruppi assicurativi, attribuisce agli impegni sostenibili una rilevanza moderata. Ma il cliente finale, nel tempo, ha dimostrato un interesse decrescente verso l’impatto sostenibile degli strumenti finanziari e assicurativi di cui si serve. Nell’arco di due anni, l’importanza attribuita dai consumatori italiani alla lotta al cambiamento climatico e alla riduzione della povertà nella scelta dei prodotti finanziari è passata rispettivamente da 7,5 a 5 e da 7,4 a 5,8 su una scala da 1 a 10. Le startup Fintech & Insurtech, che potrebbero giocare un ruolo centrale nel promuovere la sostenibilità grazie all’innovazione, mostrano un impegno limitato. Solo il 24% considera l’impatto sulla sostenibilità uno degli elementi chiave per il successo dei propri prodotti e servizi.
Assicurazioni al rischio di cambiamento climatico
Il cambiamento climatico rappresenta un rischio crescente per la società e i cittadini. Secondo l’indagine condotta dall’Osservatorio Fintech & Insurtech all’interno del progetto Horizon Europe PIISA[1], ben il 79% dei cittadini italiani ha vissuto almeno un evento legato al cambiamento climatico negli ultimi cinque anni. Nonostante questo, e nonostante il fatto che l’86% dei cittadini italiani dichiari di essere preoccupato per l’aumento dei rischi legati al cambiamento climatico, oltre il 50% degli italiani dichiara di non disporre di alcuna copertura assicurativa specifica contro questi rischi.
(Fonte: comunicato stampa)
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