“La trascuratezza delle opere d’arte e del tessuto artistico locale nonché l’abbandono e la noncuranza di spazi storici, associativi e di luoghi identitari di Spezia rappresentano segnali di disinteresse verso il patrimonio culturale della nostra città. Nonostante le plurime segnalazioni e le richieste d’intervento da più parti indotte, gli enti hanno deciso di lasciare inascoltate le istanze. Tali disattenzioni e le ripetute assenze hanno determinato la nascita e il propagarsi di un sempre più diffuso stato di malessere non più tacibile”. Richieste cadute, proteste vane, dialoghi mancati: sembra che al Comune della Spezia la cultura non interessi, ma artisti e cittadini non mollano. Per questo si sono associati e il prossimo 14 dicembre, nel centro storico, daranno vita a una manifestazione artistica, un’opera collettiva di protesta che si faccia simbolo di una battaglia civile contro il degrado e la mala gestione delle politiche culturali cittadine.
Il simbolo della protesta spezzina, la Casa Torre
Il fattore scatenante della manifestazione, proposta dall’avvocato e artista Luca Benedetto e raccolta dal movimento artistico spezzino, sono le pessime condizioni della “Casa Torre“, edificio medievale tutelato dalla Sovrintendenza ma da anni lasciato in condizioni di abbandono. Il palazzo, avvolto da impalcature arrugginite, è infiltrato da umidità e muffa, con danni che si ripercuotono sui residenti confinanti di Via Biassa, dove sopravvive l’ultimo tratto di carrugio medievale rimasto indenne agli aggiornamenti urbanistici e alle devastazioni belliche. Non poteva quindi che partire da qui la protesta, che ha fatto della Casa Torre – peraltro dotata di un giardino che ancora oggi accoglie le antiche mura trecentesche, tristemente divenuto un bosco incolto dove gli irresponsabili abbandonano i rifiuti – il suo simbolo.
L’assenza di un assessorato alla Cultura a Spezia
Altro tasto dolente, a sua volta oggetto della protesta, è la prolungata assenza di un Assessorato alla Cultura: “E nonostante l’assenza di un assessore è uscita la candidatura a Capitale della Cultura 2027, idea messa in campo senza nessun coinvolgimento del movimento artistico locale”, spiega l’organizzatore Luca Benedetto. “Il sindaco, che ha attribuzione della Cultura, realizza tutto sostanzialmente da solo senza valutare consulti o collaborazioni. Sono circa due mandati che non abbiamo assessore dedicato – l’ultimo si era dimesso dopo un mezzo scandalo – e di conseguenza da otto anni nessuno detiene la carica specifica”. E quindi come si procede? “Il sindaco delega a un tecnico di raccogliere le proposte suggerite, che però non hanno mai seguito: nasce tutto lì, e ci muore”.
Le altre richieste del movimento artistico spezzino
Questi non sono purtroppo casi isolati, ma due primi indizi di un più ampio problema spesso fatto presente da artisti e amanti della cultura spezzini: però senza soluzione. Cittadini e professionisti chiedono anche la restituzione della statua dell’artista Sergio Tedoldi, simbolo dell’identità locale, un tempo posta davanti al museo Lia e oggi archiviata in un deposito; l’inutilizzo del Palco della Musica all’interno dei Giardini Pubblici (da poco rimesso in uso e già in stato di degrado); la valorizzazione della storia artistica locale, riaprendo al pubblico i mosaici futuristi nel Palazzo delle Poste e la riapertura di un evento di primaria importanza – e del relativo brand ancora di proprietà del Comune – come il Premio Golfo dei Poeti. Questa rassegna artistica, ideata da Filippo Marinetti nel 1933 con una prima edizione di stampo futurista, ebbe un tale successo da far proseguire la manifestazione fino al 1965 diventando un punto di riferimento per le tendenze pittoriche del dopoguerra, con vincitori come Renato Guttuso, Renato Birolli, Carla Accardi, Enrico Prampolini e Giulio Turcato.
La manifestazione artistica del 14 dicembre
Ma cosa significa che la manifestazione del 14 dicembre 2024 sarà ‘artistica’? “Abbiamo deciso di fare un flash mob con la realizzazione estemporanea di un’opera collettiva su tela. Verrà messo un telo su cui artisti e cittadini andranno a creare un’opera e la sottoscriveranno: questa poi verrà unita alla raccolta firme che sta circolando in questi giorni in calce alla nostra lettera aperta, e infine consegnata al sindaco per chiedergli di porre in essere azioni concrete indicate nel documento”, ha commentato l’avvocato Benedetto. Molti artisti hanno risposto alla call: ci sono Sergio Tedoldi e Pietro Bellani, e poi Nicola Perucca, Beppe Mecconi e altri ancora, superando la trentina di nomi locali anche importanti.
Il futuro di Spezia
La manifestazione vuole sì sistemare lo stato di degrado, ma anche pensare al futuro. “Vogliamo l’assegnazione di uno spazio pubblico, intavolando una vera discussione con il Comune”, dice Benedetto. “In passato c’erano spazi per le associazioni, poi sono stati tutti dati in gestione a privati. Eppure ci sarebbero degli spazi che potrebbero ospitare artisti e associazioni dove svolgere masterclass workshop ed esposizioni, quindi teoricamente ci sono delle ipotesi”. Un esempio? “C’è un fondo che il Comune sta cercando di ripristinare, un convento delle clarisse che dovrebbe essere riportato in uso: potrebbe essere un ottimo spazio per gli artisti”.
Giulia Giaume
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