Micciché, Lombardo e Lagalla, senza nome e senza simbolo ma nasce nuovo partito in Sicilia. C’è pure l’ex grillino Cancelleri

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C’è pure il grillino Giancarlo Cancelleri nel nuovo soggetto politico presentato mercoledì 11 dicembre alla stampa a Palermo. L’ex candidato alla presidenza della Regione e sottosegretario al ministero per le Infrastrutture nel governo Draghi aderisce adesso alla nuova creatura di centrodestra messa assieme da Gianfranco Micciché, Raffaele Lombardo e Roberto Lagalla. “Mi sono reso conto che probabilmente in passato ho fatto delle valutazioni errate, ho cambiato idea”, aveva detto Cancelleri quando il 22 aprile del 2023 aveva annunciato l’addio al M5s per aderire al partito di Silvio Berlusconi. Un anno e mezzo dopo ha cambiato ancora idea e siede nella platea accorsa all’Hotel Politeama per “il taglio del nastro” della nuova “iniziativa politica” partorita dalla nuovissima triade. Due ex presidenti – Micciché dell’Ars, Lombardo della Regione – più l’attuale sindaco del capoluogo siciliano, Lagalla: tutti assieme appassionatamente in una nuova formazione già annunciata ma adesso presentata ufficialmente. Un modo “per allargare il centrodestra”, così hanno spiegato nel pomeriggio alla stampa.

Il perimetro è quello, e anche se ancora non c’è il nome nemmeno il simbolo, c’è già la mira: “Certamente abbiamo una aspirazione elettorale per le prossime amministrative e per le regionali, ma non per un interesse personale. Guardiamo a liste elettorali per chi ha talento da spendere”, ha spiegato Micciché, l’ex console di Berlusconi in Sicilia. E di sicuro c’è un collante: Renato Schifani.

A mettere assieme i tre esponenti della politica siciliana nella nuova (si fa per dire) creatura è, infatti, l’attuale presidente della Sicilia, suo malgrado. Dopo gli scontri con Micciché, che hanno portato quest’ultimo perfino ad abbandonare Forza Italia, ovvero il partito che aveva contribuito a fondare; dopo il braccio di ferro con il sindaco di Palermo sul razionamento dell’acqua, deciso dal primo cittadino ma al quale era contrario il presidente; dopo le ultime manovre politiche che hanno mostrato la solida vicinanza tra Schifani e l’ex presidente Totò Cuffaro, eterna nemesi di un altro ex presidente, Raffaele Lombardo, ecco nascere un nuovo contenitore elettorale: “Abbiamo un candidato alla Regione siciliana? Eccome se lo abbiamo. State certo che siamo tutti d’accordo: è l’attuale presidente della Regione, si chiama Renato Schifani”, si affretta a chiarire ai giornalisti Lombardo. E a sgombrare il campo dallo scontro col convitato di pietra di questa conferenza stampa c’è anche Lagalla: “Non ci sono interessi personali. Escludo di pensare di essere candidato alla presidenza della Regione: sto lavorando per la mia città e se le cose dovessero andare bene mi piacerebbe riproporre la mia candidatura per un secondo quinquennio”.

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Il primo cittadino di Palermo non ha mire sulla presidenza della Regione, dunque, almeno per il momento, mentre anche l’ex console berlusconiano tende la mano: “Quest’appuntamento non è un attacco a Schifani: io per primo ho chiesto la benevolenza da parte del presidente della Regione. Il patto federativo tra Lombardo e Tajani esiste da tempo, ma credo ci sia sempre stata la partecipazione di Schifani”. E la conferenza stampa è occasione anche per toni revanscisti: “Chi si era convinto che le vicende dell’ultimo periodo mi avessero paralizzato, si sbagliava”, ha detto l’ex forzista, che dopo una braccio di ferro sul gruppo di Fi all’Assemblea regionale – nei primi mesi della legislatura esistevano infatti due gruppi forzisti – è approdato infine al gruppo misto, rinfoltendo di fatto le file dell’opposizione (fece il giro del web una foto di Micciché a cena con i deputati regionali di M5s e Pd). Lo scorso ottobre, invece, la procura di Palermo ha chiesto il rinvio a giudizio per l’ex console azzurro per peculato e truffa per una “gestione arbitraria e personalistica” dell’autoblu che aveva in dote come presidente dell’Ars.ù

Ma perché un nuovo partito? “Una risposta comprensibile a uno spazio che si apre al centro nel momento in cui il Pd ha fatto scelte molto più radicali e il terzo polo ha mostrato le limitazioni di rappresentatività: non è un caso che all’interno di Lavoriamo per Palermo ci siano esponenti provenienti da quel mondo”, ha spiegato l’ex presidente della Regione. Un partito di centrodestra, alternativo a quelli già esistenti, per raccogliere i moderati, questa è l’orizzonte del neonato partito. E c’è già modo di assestare i primi colpi al governo: “Mi auguro che si approdi a una Finanziaria che preveda l’orientamento e la destinazione di risorse verso obiettivi di qualità”, spiega ancora Lombardo a margine della conferenza stampa. “Siamo stati noi per primi a sollevare il tema del superamento della dispersione di risorse in centinaia di piccole iniziative che non lasciano traccia: le cosiddette mancette”, conclude Lombardo riferendosi alle recenti polemiche sui contributi a pioggia dati dal governo e che ha travolto soprattutto esponenti di Fratelli d’Italia.



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