“A due settimane dalla scadenza per la presentazione delle osservazioni alla procedura di VAS (Valutazione Ambientale Strategica) indetta dal Ministero dell’Ambiente, prevista per il 26 dicembre prossimo, in merito all’individuazione delle aree idonee ad ospitare il deposito unico nazionale dei rifiuti radioattivi, ribadiamo con fermezza e determinazione il nostro NO all’ipotesi di localizzare un deposito di scorie nucleari in Basilicata.” A ribadirlo sono le consigliere regionali del M5S Viviana Verri e Alessia Araneo, con una nota in cui aggiungono che: “L’inclusione di sei località lucane nella Carta Nazionale delle Aree Idonee (CNAI) pubblicata dal Ministero dell’Ambiente, individuate nei territori dei comuni di Matera, Montalbano Jonico, Montalbano Jonico, Genzano di Lucania, Montescaglioso, Bernalda, Irsina rappresenta un grave mancanza di rispetto verso un territorio che continua a pagare, per scelte politiche errate, un prezzo altissimo in termini di impatto ambientale e sociale. Già nel 2003, con la storica protesta di Scanzano Jonico, i cittadini lucani dimostrarono con forza la loro contrarietà a queste decisioni unilaterali, ottenendo il ritiro del progetto. Questo esempio di mobilitazione civile resta un faro per chi si oppone all’idea di sacrificare il futuro della nostra terra in nome di scelte non condivise. L’attuale crisi idrica, inoltre, sta evidenziando la fragilità e la vulnerabilità del nostro territorio che va assolutamente difeso e preservato per le future generazioni. La Basilicata non può diventare la pattumiera nucleare del Paese e per queste ragioni con una mozione urgente chiederemo l’impegno del Governo regionale a depositare entro il 26 dicembre le opportune osservazioni alla Valutazione Ambientale Strategica per ribadire un netto rifiuto alla collocazione del deposito unico scorie nucleari in Basilicata e per dare maggiore ascolto a tutte quelle associazioni che da anni difendono il territorio da simili imposizioni. La Basilicata deve essere protagonista di uno sviluppo sostenibile e innovativo in discontinuità con gli errori e i sacrifici del passato.”
Sul tema interviene anche l’ex sindaco di Matera Domenico Bennardi, che nella nota che segue, scrive: “Torno sulla questione del deposito unico nazionale di scorie nucleari che l’Italia deve individuare, il Ministero dell’Ambiente Pichetto Fratin ha inviato il Rapporto Preliminare al Comune di Matera come a tutti i comuni, province e regioni ricadenti in quei 51 siti considerati idonei o ospitare il deposito unico. Nello specifico, ha comunicato l’avvio della procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) necessaria per poter poi ospitare il deposito unico. Purtroppo in assenza di autocandidature ad ospitare il deposito unico, la procedura di VAS sarà quindi effettuata sulla proposta di CNAI, ovvero su tutti i 51 siti raggruppati in 5 zone d’Italia, in 6 regioni, compresi quelli presenti in Basilicata e nella vicina Puglia. Nel territorio appulo lucano sono stati individuati 15 siti idonei: fra la provincia di Matera (Montalbano Jonico, Matera, Bernalda, Montescaglioso, Irsina) e i comuni pugliesi di Altamura, Laterza e Gravina, con una appendice nel Potentino, a Genzano di Lucania. Il Rapporto Preliminare o “documento di Scoping”, rappresenta quindi l’analisi preliminare, fondamentale su cui si elaborerà la VAS. Insomma l’iter tecnico parte ufficialmente. Volendo riepilogare i vari passaggi, ricordo che il 5 gennaio 2021, a seguito della pubblicazione della CNAPI, si è aperta la prima fase di Consultazione pubblica, come previsto dal D.lgs. n. 31/2010 e conclusa il 5 luglio 2021, con l’obiettivo di avviare un processo verso una “decisione condivisa” del sito nel quale sarà realizzato il deposito unico. Nel corso della prima fase della Consultazione pubblica, Regioni, gli Enti locali e tutti i soggetti portatori di interesse hanno potuto formulare e trasmettere a Sogin S.p.A e al Ministero dell’ambiente, osservazioni e proposte tecniche sia sulla carta nazionale dei siti idonei, sia sul progetto preliminare. Complessivamente sono arrivate oltre 300 osservazioni e proposte tecniche alla Sogin Spa. Successivamente si è svolto il Seminario Nazionale, i cui lavori si sono svolti in diretta streaming, dal 7 settembre 2021 al 24 novembre 2021. Il 16 dicembre 2021, a seguito della pubblicazione degli Atti conclusivi del Seminario Nazionale, si è aperta la seconda fase della Consultazione pubblica dal 16 dicembre 2021 al 14 gennaio 2022, durante la quale i soggetti portatori di interesse qualificati hanno potuto inviare ulteriori 50 osservazioni e proposte tecniche. Sulla base delle osservazioni pervenute in fase di consultazione, la società dello Stato responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari italiani, la SOGIN Spa, come si legge nel documento di Scoping, ha modificato alcuni criteri di Idoneità dei siti idonei, aggiungendo nuovi parametri e adottando nuove metodologie di classificazione ma non ha di fatto modificato l’elenco dei 51 siti idonei. Ci si aspettava che le 350 osservazioni prodotte andassero già a escludere già alcuni siti come quelli nei nostri territori fragilissimi tra Puglia e Basilicata, ma al momento l’elenco dei siti rimane invariato. Ci siamo già spesi tanto a difesa dei nostri territori, anche a mezzo stampa, siti vicini a falde, a zone sismologicamente delicate, ma anche vicini a parchi naturali, a zone protette, a siti Unesco, ricordando che il Parco Nazionale dell’Alta Murgia è stato recentemente dichiarato Geoparco UNESCO, a patrimoni culturali archeologici eccezionali, a mete di un turismo rurale, di un agriturismo, di un turismo naturalistico fortemente caratteristico. Parliamo di territori ricchi di patrimoni agroalimentari unici, che rientrano tra i nostri tesori produttivi principali. Un deposito unico di scorie nucleari costituirebbe una minaccia e un problema per tanti traguardi raggiunti, investimenti fatti, strategie di valorizzazione di un territorio rurale, agroalimentare, storico, che da tempo ha puntato verso una una politica diametralmente opposta a quella di dover accogliere per 300 anni le scorie nucleari di un’intera nazione. Imprenditori, associazioni di categoria, produttori dell’agroalimentare, operatori turistici, operatori culturali, persino amministratori pubblici, da oltre vent’anni cercano fare rete per tutelare e valorizzare questi territori, che da aree rurali abbandonate sono diventate attrattori esperenziali culturali, archeologici, enogastronomici e naturalistici, con eccellenze riconosciute a livello internazionale. Pensate alla percezione distorta che il mondo darebbe alla fragola Candonga, al Kiwi giallo di Metaponto, ai prodotti caseari pugliesi, ai nostri vini, al nostro grano duro, ai peperoni cruschi di Genzano di Lucania, se accanto a queste produzioni arrivasse un deposito unico su un’area di circa 110 ettari dove stoccare 95mila metri cubi di rifiuti nucleari per 300 anni. Sapete quanti sono 110 ettari? Sono più di 150 campi di calcio di rifiuti nucleari, compresi quelli ad alta e altissima radioattività. Ora il Ministero ha dato 30 giorni dall’invio del Rapporto Preliminare agli enti locali, Regioni, Comuni, Province per produrre e inviare nuove osservazioni, le ultime prima di poter arrivare alla definizione dei siti definitivi e della scelta finale. 30 giorni scadono nel giorno di Santo Stefano il 26 dicembre, tempistica a mio avviso inopportuna, considerando le festività natalizie, si poteva attendere l’invio a gennaio, ma in ogni caso ora è necessario che tutti gli enti locali producano ulteriori e precise osservazioni finalizzate a scongiurare questa possibilità sui nostri territori, partendo dal Comune di Matera. E’ in situazioni come questa che è necessario avere un’Amministrazione politica, che possa incidere politicamente su questi temi e su queste osservazioni. E’ necessario infatti ora spostare l’attenzione sul piano politico, senza bandiere ma facendo rete tutti insieme, purtroppo tra le tante responsabilità che quel 21 ottobre a Matera si sono presi quei consiglieri di opposizione +1, andando a firmare dal notaio la fine anticipata del governo cittadino, ci sarà anche quella di lasciare l’ente orfano sul piano politico di fronte alla questione del deposito unico di scorie, per il quale ricordo, che la l’Amministrazione Bennardi ha organizzato un consiglio comunale aperto e un tavolo permanente contro il deposito unico coinvolgendo comuni lucani e pugliesi.”
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