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FIRENZE – A due giorni dalla tremenda esplosione del sito ENI di Calenzano che si è portata via le vite di 5 lavoratori e padri di famiglia, oggi sarà la giornata del dolore e della rabbia, ma anche dell’orgoglio operaio e delle richieste da parte dei sindacati di maggior attenzione alla sicurezza e ai controlli. Nel frattempo vanno avanti le indagini per ricostruire dinamica e cause.
Per tutta la giornata è stato proclamato il lutto regionale. In mattinata i rappresentanti delle istituzioni, tra cui il sindaco di Calenzano Giuseppe Carovani, il presidente della Toscana Eugenio Giani e del consiglio regionale Antono Mazzeo, l’assessora all’ambiente Monia Monni e i capigruppo a Palazzo del Pegaso, hanno osservato un minuto di silenzio e hanno deposto un mazzo di fiori davanti al deposito Eni teatro della strage, assieme ad alcuni colleghi e alcuni familiari delle vittime. Unici due labari quelli dell’Anmil delle sezioni di Firenze e Prato.
Nel pomeriggio è prevista la manifestazione-presidio indetta a Calenzano da sindacati confederali – Cgil e Cisl Prato e Uil Firenze – con la partecipazione delle istituzioni locali e regionali (dalle 14,30 in piazza Vittorio Veneto). Per dire basta alla sottovalutazione delle questioni della sicurezza sul lavoro, chiedere un impegno maggiore sul fronte dei controlli. “Se c’è stato un incidente è perché le norme di sicurezza non sono rispettate” dice il segretario Uil Toscana, Paolo Fantappié, che chiede anche di aprire anche un tavolo di discussione sulla sicurezza e la collocazione dei siti industriali RIR, quelli a rischio di incidente rilevante: 50 in Toscana, di cui 5 in provincia di Firenze.
Già nella mattina una manifestazione presidio è stata indetta dai sindacati di basa COBAS e CUB davanti alla sede Inail di Firenze di via delle Porte Nuove, per chiedere risposte no di circostanza al tema della sicurezza sui luoghi di lavoro. La scelta di non partecipare al presidio dei confederali è per rendere plastica la distanza dai sindacati confederali, che per a detta dei sindacati di base hanno assecondato o non contrastato le politiche di riduzione di diritti e tutele portate avanti dagli ultimi governi, come ha spiegato Alessandro Nannini dei Cobas Trasporto Privato: “Le condizioni di stress e pressione in cui si lavora nel settore dei trasporto carburanti è inaccettabile”
Ieri il ritrovamento dei corpi dei tre operai dispersi, con il conto delle vittime salito a cinque. I nomi dei deceduti sono noti – oltre a Vincenzo Martinelli, 53 anni, già identificato lunedì, gli autotrasportatori Davide Baronti, 49 anni, e Carmelo Corso, 51 anni di Prato, anche i manutentori della ditta Sergen arrivati dalla Basilicata, Franco Cirelli, 50 anni, e Gerardo Pepe, 45 anni – ma per identificare i corpi, dato lo strazio dei cadaveri, servirà la prova del Dna.
Nel frattempo proseguono le indagini della procura di Prato, che ha aperto un fascicolo per ora contro ignoti per omicidio plurimo colposo, ma potrebbero essere aggiunte le ipotesi di reato di disastro e inosservanza delle norme di sicurezza. Perquisizioni sono state eseguite ieri su ordine della procura di Prato per l’esplosione avvenuta nel deposito Eni di Calenzano. I Carabinieri del Comando provinciale di Potenza sono stati per quasi dieci ore nello stabilimento di Grumento Nova (Potenza) della Sergen, la ditta di manutenzione per cui lavoravano due delle 5 vittime. Incaricati delle perizie due super esperti, l’esplosivista Roberto Vassale e il chimico esplosivista Renzo Cabrino, che in passato hanno hanno collaborato per le indagini relative alle strage mafiosa di Capaci.
Continua intanto il dibattito sulla possibilità di spostare il sito di Calenzano. Sul tema è tornato oggi il governatore toscano Eugenio Giani, in un’intervista al Corriere della Sera: “È evidente che per funzioni simili servano oggi luoghi più appropriati” dice, aggiungendo: E aggiunge: “Aspettiamo il lavoro dei magistrati, le indagini, quali sono state le cause, per fare le valutazioni, anche sugli strumenti, sia di prevenzione che urbanistici, da utilizzare perché ciò non accada mai più”. Per Giani, “la sicurezza sul lavoro è una assoluta priorità, a tutti i livelli, per tutti”.
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