Nel 2023 la spesa di gestione dei conti correnti presso gli sportelli bancari si è attestata a 100,7 euro; 3,3 euro in meno rispetto al 2022; mentre quella spesa di gestione dei conti correnti online è stata pari a 28,9 euro, in calo di 4,8 euro rispetto all’anno precedente. Si tratta della prima diminuzione dopo 7 aumenti. È quanto emerge dall’Indagine sul costo dei conti correnti nel 2023, diffusa oggi dalla Banca d’Italia.
La rilevazione, svolta nel 2024, è stata condotta su 11.985 conti correnti bancari selezionati a partire da 605 sportelli, su 1.174 conti online non riferibili a sportelli e su 1.000 conti correnti postali, selezionati a partire da 50 sportelli postali.
I conti correnti presso le banche
Nel 2023 la spesa di gestione di un conto corrente bancario è stata pari a 100,7 euro: 3,3 euro in meno rispetto al 2022, allorché era cresciuta di 9,3 euro. Lo scorso anno la spesa per il pagamento dell’imposta di bollo è stata pari a 16,5 euro (15,9 euro nel 2022); includendo questa imposta, la spesa di gestione sale a 117,2 euro.
“Dal 2011 al 2023 la variazione delle spese fisse ha contribuito in modo determinante all’andamento delle spese di gestione sia nel periodo di contrazione sia in quello di crescit; in particolare, considerando quest’ultima, iniziata nel 2016 e interrottasi nel 2023, la somma delle variazioni della spesa, prese in valore assoluto, ammonta a 30,8 euro, delle quali 24,6 riconducibili alle spese fisse”, precisa lo studio.
La diminuzione è attribuibile per l’80% alle spese fisse e per la parte restante alle spese variabili: le prime sono a loro volta diminuite in ragione dei più bassi canoni, le seconde per una minore operatività che ha riguardato soprattutto i prelievi di contante. Le commissioni sui pagamenti e sui prelievi di contante sono rimaste pressoché invariate.
I conti correnti online e postali
La spesa di gestione dei conti correnti online è diminuita di 4,8 euro attestandosi a 28,9 euro; il calo della spesa è legato alle minori spese fisse e in particolare alla minore proporzione di clienti assoggettata al pagamento del canone di base.
La spesa di gestione dei conti postali è cresciuta per il secondo anno, passando da 59,6 a 67,3 euro. “Vi ha concorso la maggiore operatività della clientela; l’aumento è in larga parte attribuibile alle spese variabili, cresciute di 6,5 euro per effetto di un generalizzato aumento dell’operatività”, si legge nel report.
La stima complessiva della spesa di gestione di un conto corrente, ottenuta ponderando la spesa riferibile agli sportelli bancari, ai conti bancari online e ai conti postali con i rispettivi pesi nella popolazione dei conti correnti, si attesta a 87,8 euro.
La commissione per la messa a disposizione dei fondi applicata nei contratti di apertura di credito in conto corrente è rimasta invariata e pari all’1,7% del credito accordato; la commissione unitaria di istruttoria veloce applicata sugli sconfinamenti e sugli scoperti di conto corrente è diminuita da 16,4 a 13,7 euro.
La spesa in base ai profili della clientela
Nel 2023 la quota di clienti che ha sostenuto una spesa di gestione inferiore all’Indicatore dei costi complessivi (Icc) è stata pari al 66%, un valore costante dal 2020; la spesa di questi conti è stata di 82 euro a fronte di un Icc di 216,7 euro; nel rimanente 34% la spesa di gestione è stata pari a 136,9 euro a fronte di un Icc di 56,3 euro.
La spesa di gestione mostra un’ampia variabilità tra i raggruppamenti della clientela: è meno elevata per i clienti con un profilo di operatività semplificato (giovani, famiglie e pensionati a bassa operatività), maggiore per i profili di consumo più sofisticati.
A incidere è la diversa composizione del paniere di servizi bancari fruiti da ciascun raggruppamento oltre che il differente profilo tariffario: una volta che si è tenuto conto della diversa composizione dei servizi fruiti, i divari di spesa si attenuano considerevolmente.
Ad esempio, la differenza tra la spesa di ciascun profilo Icc e la spesa generale è in media pari a 24,3 euro; questa differenza scende a 11,5 euro assumendo che non ci siano differenze di operatività ovvero che tutti i clienti dispongano in media dello stesso numero di carte di pagamento (di debito, di credito, prepagate), eseguano lo stesso numero e tipo di operazioni (prelievi, bonifici, pagamenti automatici) e ricorrano al medesimo canale di esecuzione delle operazioni (sportello, atm, canali telematici).
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