l’ingegnere italoamericano arrestato per l’omicidio del Ceo di UnitedHealth

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È finito in manette per una soffiata: era seduto al tavolo di un McDonald’s della Pennsylvania, con un documento falso nella tasca e in un’altra una pistola con il silenziatore, quando un cliente lo ha riconosciuto. Parzialmente coperto da una mascherina medica blu e un computer portatile, piccoli indizi raccolti sono diventati “prova” consentendo agli inquirenti di tracciare l’identikit del presunto assassino di Brian Thompson. Si chiama Luigi Mangione, ha 26 anni, è ingegnere, italoamericano e con un curriculum scolastico eccellente, riconoscibile e riconosciuto dalle foto segnaletiche rese pubbliche dalla polizia

Quando gli agenti sono arrivati nel fast food, Mangione ha provato a bleffare. Aveva con sé un documento falso, a nome di ‘Marc Rosario’, lo stesso che gli investigatori della polizia di New York avevano registrato durante le indagini. Per il resto gli agenti si sono ritrovati di fronte un giovane diverso da quanto ricostruito dai media statunitensi. L’insospettabile Mangione vanta un curriculum scolastico specchiato, nessun profilo da killer professionista né da “uomo addestrato” capace di uccidere nonostante la pistola – non rintracciabile con un acquisto, dunque probabilmente assemblata a pezzi prodotti da una stampante 3d – si fosse inceppata. Se c’è un movente omicida va ricercato nella profonda ostilità del 26enne nei confronti del sistema capitalistico, nell’iniquità a esso connesse e alle ricadute sociali che circondano la sanità privata statunitense. “Avrebbe agito da solo”, confessando.

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Il McDonald’s dove è stato arrestato Luigi Mangione (Ansa)

Nato in Maryland, laureato all’Università di Pennsylvania, ingegnere in un’azienda californiana, tra gli effetti personali è stato trovato un manifesto politico, probabilmente, inequivocabile: “Questi parassiti se la sono cercata, doveva essere fatto”. Mangione è ora accusato di omicidio di secondo grado. Sarebbe stato lui a sparare  – colpi di arma da fuoco fuori dall’hotel Hilton di New York – colpendo a morte l’amministratore delegato delle assicurazioni United Healthcare Group

L’ingegnere, nella fuga, avrebbe commesso dei passi falsi lasciando dietro di sé delle tracce. A cominciare dalle impronte impresse sulla bottiglia di acqua consumata in uno Starbucks. Ora gli investigatori sono impegnati a ricostruire l’intera vicenda, confrontando il dna a chiusura di un puzzle apparentemente già chiaro. Un atto formale che si aggiunge a quegli indizi, poc’anzi citati. Ma dietro il killer ci potrebbe essere dell’altro perché UnitedHealth Group è sotto indagine e, probabilmente, lo era anche Thompson. Tra i reati commessi, oltre all’omicidio, si aggiungono il possesso di arma da fuoco, il possesso di documenti falsi nonché la contraffazione. Ma per essere incriminato a New York, Mangione dovrà essere estradato.

Luigi Nicholas Mangione tratta dal sito della Gilman School di Baltimora

Luigi Nicholas Mangione tratta dal sito della Gilman School di Baltimora (Ansa)

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Tornando al profilo di Luigi Nicholas Mangione, con una residenza a Honolulu (Hawaii). Diplomato in una scuola privata e cresciuto in una famiglia ricca e famosa, coi suoi cinque tra fratelli e sorelle, il presunto killer aveva una faccia pulita e brillante quando alla Gilman School di Baltimora fu riconosciuto come “miglior studente”. E inevitabilmente tenne il discorso di ringraziamento pronunciato stringendo tra le mani il titolo accademico Valedictorian. Allora nessuno avrebbe mai immaginato un epilogo del genere, ma le cose cambiano e le convinzioni si rafforzano e delle volte sfuggono oltrepassando i confini del pensiero. L’ignoto è stato sempre un suo cruccio e anche all’Università della Pennsylvania, l’ingegnere informatico ha coltivato curiosità. Dapprima sviluppando videogiochi e successivamente nel campo dell’intelligenza artificiale.

Negli anni, però, le sue idee sull’anticapitalismo avrebbero preso il sopravvento. Anche i genitori, che ora vivono a Towson e con i quali Mangione aveva interrotto i rapporti, erano preoccupati per lui. Tra le sue letture ci sarebbero stati Socrate e Bruce Lee, ma anche “Unabomber”, al secolo Theodore John Kaczynski. Sui passi dell’anarchico, forse, il 26enne ha maturato di “abbattere” il simbolo del capitalismo sanitario: Brian Thompson. Kaczynski, condannato all’ergastolo, è morto in carcere. Ora rischia una condanna, al pari di uno dei suoi eroi.



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