Firenze, strage nel deposito Eni durante il rifornimento. Crolla una palazzina. Ventisei feriti
Di: Cesare Giuzzi e Alfio Sciacca – Corriere della Sera
Data di pubblicazione:
Calenzano (Firenze) – Un’operazione di routine, fatta decine di volte al giorno. L’autocisterna si avvicina a una delle dieci pensiline di carico del carburante stivato nei silos e viene innestato il bocchettone per il riempimento. Tutto molto semplice. Occorre solo evitare telefonini o sigarette accese. Questa volta, però, succede l’imprevisto. Un testimone oculare ha parlato di una perdita di carburante dal bocchettone di carico, alla quale sarebbe seguita la violentissima esplosione. In tanti la paragonano a quella al porto di Beirut del 2020. O ad un terremoto. E in effetti anche i sismografi dell’Ingv l’hanno registrata, stimando una magnitudo dello 0,9.
Sono le 10.21 quando dalla raffineria Eni di Calenzano, tra Firenze e Prato, viene fuori prima una palla di fuoco, poi una gigantesca nuvola di fumo nero che oscura il cielo in una vasta area densa di insediamenti industriali, commerciali e qualche abitazione. L’incubo che in tanti da queste parti hanno più volte paventato sembra materializzarsi. All’esplosione segue una terribile onda d’urto che spacca muri, finestre e controsoffitti in un raggio di oltre 300 metri. Come una bomba. Molti dei feriti sono stati colpiti proprio da schegge di vetro e frammenti di infissi. L’esplosione viene avvertita anche a Firenze e Pistoia. A seguire, l’alert della Protezione civile che arriva sui telefonini in un raggio di 5 chilometri. Bloccate l’autostrada A1 e la linea ferroviaria tra Firenze e Prato.
Le prime dichiarazioni aggiungono panico al panico. «La situazione è molto brutta», dice la sindaca di Firenze Sara Funaro. Vengono allertati tutti gli ospedali per essere preparati a un massiccio arrivo di feriti. E poi c’è quella inquietante nuvola di fumo e l’odore acre tutto attorno. I residenti, anche nei Comuni vicini, vengono invitati a «non uscire di casa o a indossare le mascherine». Un incidente che poteva avere conseguenze ancora più pesanti del già tragico bilancio: due morti accertati, tre dispersi e 26 feriti, di cui due gravi nel reparto grandi ustionati di Pisa. Solo una delle vittime è stata identificata: Vincenzo Martinelli, 53 anni, residente a Prato ma originario di Napoli. Era uno dei due autotrasportatori alla guida dell’autocisterna che stava caricando il carburante. Collega anche l’altra vittima, un 57enne, da identificare.
Le reazioni
La telefonata di Mattarella al presidente Giani: «Vicino alle famiglie»
Le ricerche dei tre dispersi sono andate avanti per tutto il giorno e poi sospese al calar della sera. Vigili del fuoco e carabinieri riprenderanno questa mattina. «È venuta giù la palazzina adibita a stazione di rifornimento e questa ha fatto crollare anche parte della palazzina direzionale — spiega l’assessore regionale alla Protezione civile Monia Nonni —. I tre dispersi vengono ricercati proprio nella palazzina crollata dove è avvenuta l’esplosione».
L’area è stata posta sotto sequestro e le ricerche dei dispersi potrebbero fornire anche elementi utili per capire le probabili cause dell’incidente. La circostanza riferita dal testimone sulla perdita di carburante potrebbe non essere sufficiente: bisognerà capire quale possa essere stato l’innesco. A Calenzano si riforniscono autocisterne per il trasporto di benzina, gasolio e carburante per gli aerei, ma non è chiaro cosa stesse caricando l’autocisterna coinvolta nell’esplosione.
Ieri pomeriggio, mentre riaprivano al traffico autostrada e ferrovie, il capo dello Stato Sergio Mattarella ha telefonato al presidente della Regione Eugenio Giani, per informarsi sui feriti ed esprimere vicinanza alle famiglie delle vittime. Durissima la reazione dei sindacati («c’è tanta rabbia») che annunciano uno sciopero per l’11 dicembre. Con una nota è intervenuta anche l’azienda: «Eni desidera esprimere la propria forte vicinanza alle famiglie delle persone decedute e alle persone rimaste coinvolte nell’incidente». La società ha sottolineato la «massima collaborazione con l’autorità giudiziaria». C’è comunque chi solleva un tema sulla sicurezza dello stabilimento. Il sindaco di Calenzano Giuseppe Carovani afferma che «nel piazzale esterno c’era già stato un incendio di un’autocisterna diversi anni fa», mentre Maurizio Marchi, di Medicina Democratica, ricorda di aver «denunciato che quel sito andava incontro a possibili esplosioni a catena».
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