“Il ‘bluff’ della legge sulle rinnovabili, impianti alti come la torre Eiffel in luoghi non idonei”

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Un “bluff”. Così il Forum H2O definisce la proposta di legge sulle rinnovabili che martedì 10 dicembre arriverà per l’approvazione in consiglio regionale. Parliamo delle “Misure urgenti per l’individuazione di aree e superfici idonee e non idonee all’installazione e promozione di impianti a fonti di energia rinnovabile e per la semplificazione dei procedimenti autorizzativi” e, nello specifico, proprio delle aree non idonee su cui il Forum solleva le sue critiche.

Una proposta di legge, denuncia, che appare come “un blitz per non pianificare lo sviluppo ordinato di 3miliardi di euro di investimenti e decine di miliardi di ricavi” che non escluderebbe, ad esempio, aree di rilievo dal punto di vista ambientale e culturale dall’installazione degli impianti con la conseguenza che “su un colle da cui si vede mezzo Abruzzo si potrà piazzare una torre eolica alta come la torre Eiffel” o, ancora, che “un centro storico potrà essere assediato da una distesa di pannelli fotovoltaici”. Un quadro preoccupante per il Forum in cui si  inserisce anche il fatto che la proposta non prevede alcuna premialità per le comunità energetiche. 

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Se non si aprirà al confronto che, lamenta il Forum, non c’è mai stato e non si metterà in ordine quella proposta, “per i prossimi decenni il territorio abruzzese non avrà una pianificazione decente per lo sviluppo ordinato di eolico, fotovoltaico e altre fonti rinnovabili”. Di tutto si tratterebbe eccetto che, chiosa, di “un provvedimento equilibrato” come lo hanno raccontato.

A rischio le bellezze naturali e culturali del territorio

L’associazione ricorda che sono tre le cose che la legge deve disciplinare e cioè le aree idonee dove i procedimenti per l’approvazione dei progetti sono accelerati, le aree ordinarie dove i progetti saranno esaminati con le leggi ordinarie e, appunto, le aree non idonee dove come detto gli impianti saranno vietati.

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Secondo la proposta, incalza il Forum, gli impianti delle rinnovabili potranno dunque essere realizzati, come aree ordinarie, in aree individuate come “bellezze panoramiche e così pure quei punti di vista o di belvedere, accessibili al pubblico, dai quali si goda lo spettacolo di queste bellezze” o in terreni confinanti con centri e nuclei storici che compongono un caratteristico aspetto avente valore estetico e tradizionale. Di qui l’immagine esemplificativa fornita di un impianto grande come la torre Eiffel su una collina panoramica o il tappeto di pannelli fotovoltaici che si rischierebbe di trovare persino dentro un centro storico.

Questa infatti sarebbe la conseguenza dell’esclusione da quella proposta di legge delle lettere c e d dell’articolo 136 dei Beni culturali che individua come beni da tutelare i “complessi cose immobili che compongono un caratteristico aspetto avente valore estetico e tradizionale, inclusi i centri ed i nuclei storici” (lettera c) e “le bellezze panoramiche e così pure quei punti di vista o di belvedere, accessibili al pubblico, dai quali si goda lo spettacolo di quelle bellezze” (lettera d).

Populismo agricolo e nessuna fascia cuscinetto al confine con le aree protette

“Solo le aree agricole intensive saranno aree non idonee mentre, per fare un esempio, un campo di zafferano, se non ha ricevuto fondi di investimento dagli enti negli ultimi anni, potrà essere espropriato per realizzare un mega-impianto di rinnovabili”, denuncia ancora il Forum H2O che parla di “una forma di populismo agricolo al contrario che preferisce tutelare un campo di mais invece che una produzione di qualità. Tutto ciò – precisa – quando l’introduzione dell’agrivoltaico, se ben pianificato, può permettere lo sviluppo delle rinnovabili proprio dove ci sono le coltivazioni intensive”.

A mancare sono anche, prosegue, le fasce cuscinetto tra il confine delle aree protette e gli impianti “come se una torre eolica di 300 metri di altezza non abbia alcun impatto sulla bellezza di un territorio se messa a un metro dal confine di una riserva naturale. Immaginate una qualsiasi riserva naturale abruzzese assediata proprio sul confine da distese di pannelli”, spiega.

Il problema delle interpretazioni e l’assenza di premialità: il Forum chiede l’apertura di un confronto

Ci potrebbe poi essere un problema interpretativo quando si parla di “paesaggi generici”. Interpretazioni e “che faranno male anche allo sviluppo delle rinnovabili mettendole alla mercé del funzionario di turno, come quella delle aree aventi’”misure generali di conservazione, che resterebbero escluse. Sono solo i siti Natura2000 o comprendono anche le aree perimetrate come A1 e A2 del piano paesaggistico? Allora perché non scriverlo chiaramente?”, si chiede quindi l’associazione che tra le mancanze di quella proposta aggiunge anche l’assenza di cenni ai beni culturali come fiumi, laghi, aree gravate da uso civico, tratturi e così via, elencati dall’articolo 142 del Testo unico dei Beni culturali indicati come “di interesse paesaggistico”.

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A gravare sul provvedimento, infine, anche “l’assenza di sistemi di premialità per le comunità energetiche, cioè per i progetti promossi dal basso da enti locali e cittadini e non da multinazionali”.

“Come al solito – prosegue la nota del Forum – nelle leggi bisogna vedere anche le virgole anche se qui la cosa è evidente fin dai commi interi”, L’auspicio è che “i consiglieri regionali aprano all’audizione pubblica di tutti i portatori di interessi, affinché le varie posizioni su un tema così rilevante per i prossimi decenni siano rese evidenti e discusse in maniera aperta, davanti a tutti. Sì può fare in un paio di settimane se vi è la volontà. Le rinnovabili – conclude – vanno fatte per bene e in maniera ordinata”.



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