Chi sono le vittime dell’esplosione nel deposito Eni a Calenzano: autotrasportatori e manutentori

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Chi sono le cinque vittime della drammatica esplosione nel deposito Eni di Calenzano, in provincia di Firenze, che lunedì ha sconvolto l’Italia. Si tratta di cinque lavoratori, tre autotrasportatori e due manutentori che giravano il Paese per fare il proprio lavoro.

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Vincenzo Martinelli, Carmelo Corso, Gerardo Pepe, Franco Cirielli e Davide Baronti: sono loro le cinque vittime della drammatica esplosione nel deposito Eni di Calenzano, in provincia di Firenze, che ieri ha sconvolto l’Italia. Si tratta di cinque lavoratori, autotrasportatori e manutentori che giravano il Paese per fare il proprio lavoro e che ieri si trovavano proprio nei pressi delle cisterne esplose dove la deflagrazione li ha colpiti in pieno senza dargli scampo.

Col recupero dell’ultimo disperso da parte dei vigili del fuoco, oggi, il grave bilancio della tragedia di Calenzano è diventato definitivo: 5 morti e una ventina di feriti di cui due in gravi condizioni al Centro Grandi ustioni di Cisanello a Pisa. All’appello non mancano più dispersi e ora è il momento del dolore e del ricordo.

Le cinque vittime, tutte italiane, erano lavoratori esperti e di lungo corso: tre autotrasportatori delle cisterne di carburante e due membri della squadra di manutenzione arrivata al deposito Eni toscano dalla Basilicata. Tutti lavoratori che giravano l’Italia per guadagnarsi lo stipendio come si evince dalla loro storia di persone emigrate in cerca di un futuro.

Vincenzo Martinelli, 51 anni.

Vincenzo Martinelli, 51 anni.

Vincenzo Martinelli, la prima vittima identificata

Tra di loro Vincenzo Martinelli, 51enne di origini napoletane e autista di cisterne che viveva da molti anni a Prato e che lascia due figlie. L’uomo è stato il primo ad essere recuperato e identificato dai soccorritori accorsi sul posto. Il suo decesso ha profondamente scosso la comunità e i colleghi che lo ricordano come una persona dedita al lavoro e alla famiglia.

Per le altre quattro vittime purtroppo sarà necessario aspettare gli esami del Dna per l’identificazione. I loro nomi però sono noti.

Carmelo Corso

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Carmelo Corso, era appena arrivato col camion

Tra le vittime un altro lavoratore residente a Prato, Carmelo Corso di 57 anni. Anche lui originario del sud, si era trasferito oltre tre decenni fa in Toscana proveniente da Catania, in Sicilia. A Prato si era stabilito nella frazione di San Giorgio a Colonica dove lascia ora moglie e due figli. Anche lui autotrasportatore, ieri era appena arrivato al deposito Eni di Calenzano per fare il pieno quando pochi minuti dopo è stato investito dall’esplosione.

Davide Baronti

Davide Baronti

Davide Baronti, camionista appassionato di tennis

La terza vittima toscana è Davide Baronti, anche lui autotrasportatore di 49 anni che era sotto le pensiline del deposito Eni di Calenzano. Originario del Piemonte e della provincia di Novara, da anni si era trasferito in Toscana, prima a Livorno e poi a Bientina, in provincia di Pisa, dove abitava con la moglie e due figli. “Stava fuori tutta la settimana e approfittava dei weekend per rilassarsi giocano a tennis. In queste circostanze suonano come frasi retoriche, ma Davide era davvero una persona squisita, ben voluta da tutti e sempre sorridente, gentile disponibile. Il tennis era la sua valvola di sfogo fuori dallo stress del lavoro quotidiano”, hanno raccontato dal tennis club Torretta White di Bientina. Dipendente per una ditta di Campi Bisenzio, come i suoi colleghi, stava per caricare l’autocisterna di carburante nel deposito di stoccaggio Eni per consegnarlo poi nei distributori di benzina dei vari marchi in Toscana quando è avvenuta l’esplosione.

Franco Cirelli

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Franco Cirelli e Gerardo Pepe, dalla Basilicata in Toscana per manutenzione al deposito Eni

Le altre due vittime della tragedia, invece, erano manutentori lucani. Si tratta di Franco Cirelli, un 50enne di Cirigliano, in provincia di Matera, che lascia due figli piccoli, e Gerardo Pepe, anche lui 45enne nato in Germania ma residente in provincia di Potenza, a Sasso di Castalda, dove lascia una figlia minore. Entrambi lavoravano per un’azienda lucana specializzata in manutenzione nel settore petrolifero e petrolchimico ed erano stati inviati a Calenzano proprio per questo.

Franco Cirelli aveva fatto parte anche della Brigata paracadutisti “Folgore“, lo hanno raccontato i suoi amici rivelando: “Franco era un grande appassionato di calcio. Tifava per la Juve e negli anni passati ha più volte giocato da centrocampista nei campionati delle serie minori lucane”. “Una inaccettabile morte sul lavoro. Gerardo era una persona dedita al lavoro, un bravo padre di famiglia sempre disponibile con tutti” hanno dichiarato invece gli amici di Gerardo Pepe.

“Apprendo con dolore della tragica scomparsa di due operai lucani a seguito del grave incidente avvenuto in un deposito carburante a Celenzano, in provincia di Firenze. In questo momento di lutto desidero esprimere le mie più sentite condoglianze alle famiglie delle vittime, ai loro amici e colleghi” ha dichiarato il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, aggiungendo: “Tutta la comunità lucana è scossa da questo tragico evento ed è in apprensione per le sorti di un terzo operaio rimasto ustionato in modo grave. “Quanto accaduto dimostra ancora una volta come sul tema della sicurezza sul lavoro sia necessario intensificare ogni sforzo. La vita di ogni lavoratore è preziosa e dobbiamo fare tutto il necessario per proteggerla” ha concluso il presidente.

Gerardo Pepe

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