Donald Trump non intende sostituire il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, prima della fine del suo mandato a maggio del 2026. «Non lo farò», ha detto il presidente eletto in un’intervista a Nbc news.
Trump scelse a capo della Banca centrale Powell, repubblicano ed ex dirigente di private equity, nel febbraio 2018, sostituendo Janet Yellen, attuale segretario al Tesoro dal 26 gennaio 2021 sotto il governo di Joe Biden, nonché ex presidente della Federal Reserve dal 2014 al 2018.
Pur scelto da Trump, Powell si è confrontato in diverse occasioni con il presidente Usa durante il primo mandato del tycoon che, in almeno due occasioni, minacciò di cacciarlo. Nel 2022, il presidente Joe Biden ha riconfermato Powell per un secondo mandato quadriennale. Di recente Powell ha annunciato che non avrebbe lasciato la presidenza della Fed Reserve anche se Donald Trump lo avesse chiesto. Lo aveva spiegato lo stesso Powell rispondendo con un chiaro «no» a chi gli chiedeva se si sarebbe dimesso in caso di richiesta di Trump.
Trump minaccia di uscire dalla Nato
Il commento su Powell rientra all’interno della prima, lunga intervista di Donald Trump dopo la rielezione alla Casa Bianca a novembre in cui il tycoon anticipa i dettagli di un programma di ampio respiro per i primi giorni in carica, ribadendo l’intento di dare la massima priorità all’espulsione degli immigrati clandestini e promettendo di concedere la grazia agli assalitori di Capitol Hill del 6 gennaio 2021. Un punto chiave riguarda poi la Nato: per il presidente neoeletto, gli Stati Uniti potrebbero uscire dall’Alleanza del Nord Atlantico se non saranno trattati in modo «equo».
Continuare ad aiutare l’Ucraina?
Non è la prima volta in cui il tycoon minaccia di lasciare la Nato. Questa volta, intervistato nel programma Meet the Press della Nbc, Donald Trump ha avvertito gli alleati degli Stati Uniti che dovranno fare la loro parte, «pagare la loro parte», altrimenti valuterà «assolutamente» un’uscita dall’alleanza. «Stiamo investendo 350 miliardi di dollari, e l’Europa 100 miliardi di dollari. Perché l’Europa non contribuisce tanto quanto noi? Questo è ciò che deve accadere: l’Europa deve mettersi al passo con noi. L’Europa è in una fase critica e la guerra con la Russia è più importante per l’Europa che per noi. Abbiamo una piccola cosa tra di noi chiamata oceano», ha sottolineato il tycoon, che ha ribadito più volte in campagna elettorale l’intenzione di ridurre il sostegno militare statunitense all’Ucraina. Interpellato su quest’ultima eventualità, Trump ha risposto che potrebbe «probabilmente» accadere. E alla domanda se fosse rimasto in contatto con il presidente russo Vladimir Putin dopo la sua rielezione, il neo-presidente non ha smentito.
Il colloquio con Nbc è stato registrato venerdì 6 dicembre, prima dell’incontro all’Eliseo tra Trump, il presidente francese Emmanuel Macron e quello ucraino Volodymyr Zelensky. Sabato, il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin, ha annunciato un nuovo pacchetto di aiuti militari all’Ucraina per un totale di 988 milioni di dollari. In totale, secondo i media americani, gli Stati Uniti hanno stanziato più di 62 miliardi di dollari in assistenza all’Ucraina da quando il conflitto è iniziato quasi tre anni fa.
Deportare gli immigrati clandestini
In tema di immigrazione, caposaldo della politica di Trump anche nel suo primo governo, il presidente neoeletto ha ribadito durante l’intervista a Nbc News di voler fare battaglia agli immigrati clandestini. Ha affermato di «non avere scelta» se non quella di deportare chiunque si trovi illegalmente negli Stati Uniti, compresi eventualmente i familiari, anche se cittadini americani, delle persone deportate. Potrebbe poi porre fine al sistema della cittadinanza per nascita, sancita dal 14* emendamento della Costituzione americana, per coloro che sono nati nel Paese da genitori clandestini. Al contempo, però, si è detto aperto a collaborare con i democratici per approvare una legge che garantisca ai cosiddetti Dreamers, gli immigrati irregolari entrati negli Stati Uniti da bambini, portati dai propri genitori, la possibilità di rimanere nel Paese.
Grazia agli assalitori di Capitol Hill
Sul fronte della giustizia interna, Donald Trump esaminerà dal «primo giorno» di mandato la concessione della grazia ai suoi sostenitori condannati per aver preso d’assalto il Campidoglio statunitense il 6 gennaio 2021. «Agirò molto rapidamente, il primo giorno», ha detto Trump a Nbc News, aggiungendo che «valuteremo i singoli casi». Un’ambizione che segue le critiche mosse dallo stesso Trump nelle ultime settimane al presidente uscente Joe Biden, dopo la decisione di graziare il figlio Hunter Biden.
Arrivano i dazi
E sempre in tema di politica economica, il presidente eletto ha rimarcato di credere «molto nei dazi. Penso che dazi siano la parola più bella» e che rappresentano «uno strumento potente non solo dal punto di vista economico, ma anche per ottenere altri risultati al di fuori dell’economia». Per quanto riguarda la possibilità che questo porti a un aumento dei prezzi per i cittadini americani, Trump ha detto che «non posso garantire nulla». (riproduzione riservata)
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