Qual è la situazione attuale della cassa integrazione in Italia? E’ boom di ricorsi alla cassa integrazione in Italia, un contributo economico fornito dallo Stato che sostituisce o integra la retribuzione.
La misura è destinata ai lavoratori sospesi dal lavoro o che lavorano con orario ridotto a causa di difficoltà produttive dell’azienda e possono usufruirne gli operai, gli impiegati e i quadri, mentre ne sono esclusi i dirigenti e i lavoratori con contratto di apprendistato professionalizzante.
- La situazione attuale della cassa integrazione in Italia
- Quali sono le nuove leggi e le iniziative per evitare i licenziamenti
La situazione attuale della cassa integrazione in Italia
Stando a quanto riportano gli ultimi numeri, aumentano le ore di cassa integrazione in Italia. Nei primi nove mesi del 2024 sono state autorizzate oltre 350 milioni di ore di ammortizzatori sociali, ben il 23,3% in più rispetto allo stesso periodo del 2023.
La maggior parte di tali aiuti è stata destinata alla cassa integrazione ordinaria, che vede salire le ore autorizzate, su base annua, del 30%.
A essere più in crisi sono i comparti pelli, cuoio e calzature, per cui le ore autorizzate sono cresciute su base annua del 139,4%, dell’abbigliamento (+124,7%), l tessile (+74,6%) e della meccanica (+48,3%).
La provincia di Reggio Emilia è quella in cui si registra la maggior richiesta di Cig. Si contano quasi 7 milioni di ore di cassa integrazione fra gennaio e settembre 2024, ben il 142% in più rispetto allo stesso periodo di un anno fa e la media di ore per impresa è di 130, mentre il settore più colpito risulta quello della meccanica.
La situazione è allarmante anche nelle province di Taranto e Lecce, ma non solo. Si tratta, infatti, di una condizione generalizzata su tutto il territorio nazionale.
Cesare Damiano, presidente dell’associazione Lavoro & Welfare e già ministro del Lavoro, ha chiaramente detto che l’aumento delle ore di cassa integrazione è oggettivo e riguarda soprattutto la Cig ordinaria per le temporanee difficoltà di mercato.
Quali sono le nuove leggi e le iniziative per evitare i licenziamenti
Per sostenere le aziende e le imprese in crisi, aiutare i dipendenti ed evitare i licenziamenti, sono diverse le strade che il governo ha intenzione di percorrere.
Mentre il M5S ha avanzato una proposta alla Manovra Finanziaria che prevede un contributo per il sostegno al reddito per i lavoratori in cassa integrazione a partire dal primo novembre 2024, con un’integrazione salariale di 300-400 euro mensili fino a un massimo di 1800 euro complessivi, il governo ha già annunciato una serie di misure straordinarie inserite nella manovra 2025.
Sono stati, infatti, definiti fondi straordinari per la liquidità delle imprese per prevenire la chiusura di attività strategiche, destinati alle pmi delle filiere moda, tessile e automotive e accessibili tramite appositi bandi.
Nel settore automotive, sono previsti aiuti per la riconversione industriale, destinati soprattutto alle aziende che producono componenti per veicoli elettrici, mentre per il settore tessile e moda sono stati stanziati 150 milioni di euro per sostenere l’innovazione e la digitalizzazione.
Nel frattempo, dal 3 dicembre è possibile presentare le domande per l’accesso al cosiddetto bonus moda.
Si tratta di un sostegno al reddito rivolto ai lavoratori del settore, dell’abbigliamento, calzaturiero e conciario che può essere richiesto dai datori di lavoro e dagli artigiani che hanno almeno 15 lavoratori dipendenti nel semestre precedente e non hanno potuto ottenere gli altri strumenti di integrazione del salario.
Il trattamento integrativo comprende il riconoscimento della contribuzione figurativa e viene erogato per un periodo massimo di 9 settimane, tra il 29 ottobre e il 31 dicembre 2024.
Inoltre, si lavora sul fronte dei licenziamenti collettivi e modifiche da definire. L’obiettivo è favorire la ricollocazione dei lavoratori in esubero.
L’ipotesi al vaglio prevede l’allungamento dei termini delle procedure di licenziamento collettivo, portando a 90 giorni la fase contrattuale e a 60 giorni quella istituzionale.
Oggi la procedura, dalla notifica degli esuberi alle rappresentanze sindacali all’apertura del dialogo per l’eventuale reimpiego o la riqualificazione dei lavoratori, ha la durata di 45 giorni.
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