“Incontro positivo. La pace attraverso la forza è possibile”

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La Russia si prepara a schierare in Bielorussia dalla seconda metà del 2025 i missili balistici ipersonici Oreshnik, uno dei quali è stato testato in un bombardamento sull’Ucraina il mese scorso. Ad annunciarlo è stato Vladimir Putin durante un vertice con il presidente bielorusso Alexander Lukashenko a Minsk che si è concluso con la firma di un nuovo trattato per le garanzie di sicurezza reciproche. L’intesa, ha avvertito il capo del Cremlino, prevede che possano essere usate anche “le armi nucleari tattiche russe” schierate sul territorio bielorusso per rispondere ad attacchi che mettano in pericolo “la sovranità, l’indipendenza e l’ordine costituzionale” dei due Paesi.

La consegna degli Oreshnik a Minsk, ha sottolineato Putin, potrebbe avvenire “con l’aumento della produzione in serie di questi sistemi missilistici e contemporaneamente con la loro entrata in servizio nelle forze strategiche russe”. Lukashenko ha salutato “il livello senza precedenti dell’alleanza strategica e del coordinamento delle azioni in campo militare” con Mosca. Il nuovo missile è stato impiegato in novembre per un bombardamento su un impianto industriale nella città ucraina di Dnipro in risposta ai lanci di vettori americani Atacms e britannici Storm Shadow contro il territorio russo. 

Nel conflitto ucraino “i Paesi occidentali stanno esacerbando deliberatamente le tensioni”, e queste “politiche irresponsabili stanno spingendo il mondo sull’orlo di un conflitto globale”, è tornato a denunciare il presidente russo. Mosca, pertanto, si augura che gli occidentali “prendano sul serio” i suoi avvertimenti, ha detto il ministro degli Esteri Serghei Lavrov in un’intervista con il giornalista americano Tucker Carlson, ex volto noto di Fox News. Ma l’Oreshnik (‘nocciolo’ in russo), ha sottolineato il vice ministro degli Esteri Serghei Ryabkov, è anche “una dimostrazione della potenziale risposta allo schieramento di missili americani a raggio corto e intermedio in varie regioni”. Ciò che potrebbe avvenire dopo che nel 2019 l’allora presidente Usa Donald Trump aveva deciso di uscire dal trattato Inf che metteva al bando tali vettori. Ora, ha aggiunto Ryabkov, “Trump e il suo entourage stanno mandando segnali contraddittori” come l’idea di arrivare “alla pace attraverso la forza”, che “non sono in linea con gli interessi nazionali della Russia”.

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Così non sembra pensarla l’attuale amministrazione di Joe Biden che, in vista di un possibile ammorbidimento verso Mosca da parte del prossimo presidente avrebbe deciso di inviare a Kiev una “valanga di assistenza militare”. E’ quanto scrive il Guardian, riferendo di un incontro a Washington tra il consigliere per la Sicurezza nazionale Jake Sullivan e il capo dell’ufficio di presidenza ucraino, Andryi Yermak. Sullivan, scrive la testata britannica, si è impegnato a fornire “centinaia di migliaia di ulteriori proiettili d’artiglieria, migliaia di razzi e centinaia di veicoli corazzati” entro metà gennaio. A questo si aggiungerebbero prestiti per 20 miliardi di dollari finanziati da asset finanziari russi congelati. Parlando con Carlson, Lavrov ha tuttavia detto che oggi la Russia sente da parte dell’Ucraina qualche segnale che sarebbe disponibile a una trattativa. C’è “qualcosa di diverso, comprese le dichiarazioni di Volodymyr Zelensky, secondo cui possiamo fermarci ora lungo la linea di contatto”, ha osservato il capo della diplomazia di Mosca. 

Ma questi segnali non vengono certo dal terreno, dove continua la carneficina. Il governatore della regione di Zaporizhzhia ha riferito che sette persone sono state uccise in un bombardamento russo. Mentre il capo dei territori della regione di Kherson sotto il controllo russo ha denunciato un attacco ucraino con droni kamikaze su un centro per la distribuzione di aiuti alimentari alla popolazione che ha provocato quattro morti e due feriti gravi. Il ministero della Difesa di Mosca ha intanto assicurato che le truppe russe hanno conquistato altri due villaggi nella regione ucraina orientale di Donetsk: Pustynka, a sud della cittadina di Pokrovsk, e Sukhie Yaly, ad ovest di quella di Kurakhovo.



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