17 milioni per i debiti Alto Calore

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Una prima tranche da 17 milioni di euro per il periodo 20202023, da erogare appena si concluderanno le attività di ricognizione, su un totale di circa 48 milioni di euro stimati a valere per l’intera fase concordataria. Sono questi gli importi in ballo relativi ai risarcimenti ambientali fissati dall’Accordo di Programma che regola i trasferimenti idrici Campania-Puglia a beneficio della riqualificazione delle sorgenti irpine. I fondi non serviranno a riparare le reti ma a pagare i debiti.

L’intesa è stata resa operativa dalla firma dell’atto per il Regolamento di funzionamento al Tavolo istituzionale permanente aperto presso l’Autorità di Bacino distrettuale dell’Appennino Meridionale. La quantificazione degli Erc (Environmental and Resource Costs) è stata approvata in base a quanto sancito nelle riunioni precedenti, rispetto al depauperamento delle fonti e alle spese necessarie al ripristino.

Adesso, però, l’Alto Calore, destinatario finale dei contributi economici in quanto gestore del Sistema Idrico Integrato, attende il primo saldo. Anche perché a breve iniziano le scadenze previste dal piano concordatario sul ripianamento dei debiti. «Stiamo accelerando sulle attività da rendicontare – afferma l’amministratore unico dell’Acs, Antonio Lenzi – con l’auspicio di poter ricevere rapidamente la somma calcolata prevista».

Queste risorse sono destinate per intero al pagamento della debitoria concordataria e per questo confluiranno nel conto corrente dedicato che il giudice delegato del Tribunale di Avellino ha invitato ad aprire. Tra opere di riqualificazione delle sorgenti, consumo acqua, sistemazione dei luoghi e interventi di contorno siamo a circa 17 milioni di euro di ristori per il 20202023. Altri 31, che comunque dovranno essere quantificati con precisione, invece, sono la quota preventivata fino al termine del concordato.

Ora, però, serve rapidità nell’espletamento delle procedure. Per questo motivo, a margine dell’incontro di domani a Palazzo Santa Lucia sulla crisi idrica, ci sarà anche un briefing sugli aspetti tecnici. Alle 15 è fissata la riproposizione del tavolo saltato la scorsa settimana, riconvocato dal vice governatore Fulvio Bonavitacola, a cui parteciperanno i consiglieri regionali irpini Maurizio Petracca e Vincenzo Alaia, lo stesso Lenzi e il responsabile dell’Area Esercizio dell’Acs, Francesco Monaco, oltre ai vertici dell’Ente idrico Campano.
A seguire il confronto per l’applicazione tecnica del regolamento sui ristori che vedrà protagonisti il dirigente del Ciclo delle Acque e dei Rifiuti della Regione Campania, Rosario Manzi, l’ingegnere Monaco e il consulente dell’Alto Calore, Gianluigi Palmieri.

«Per quanto concerne l’emergenza idrica riprende il numero uno di corso Europa daremo conto di quanto stiamo facendo a livello operativo sulle perdite da riparare. Smentendo chi dice che non stiamo operando per ridurre i livelli di dispersione. Con ulteriori 5 ditte di manutenzione per i soli interventi pregressi, infatti, siamo in fase di contrattualizzazione. Con questo nuovo apporto dedicato aggrediremo le riparazioni pregresse. Ma è evidente che un sussidio per manodopera, straordinari e spese sarebbe utilissimo, specie per non stravolgere i conti, proprio ora che abbiamo cominciato a ripianarli». E i dirigenti? «A febbraio, poi, vogliamo chiudere l’iter per l’assunzione del dg. Stiamo solo verificando se riaprire i termini per la presentazione delle domande, per altri 15-20 giorni, visto che ne sono arrivate solo sei».

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E aggiunge: «Credo che il tavolo sull’emergenza idrica prenderà in considerazione interventi a breve termine e aiuti concreti per attività di somma urgenza così come la proposta dei sindaci che si sono riuniti alcuni giorni fa a Sturno. Cambiare un tratto di adduttrice che si rompe spesso può solo portare vantaggi a tutto il sistema».

Nel frattempo, l’Irpinia attende ancora che il Governo batta un colpo di fronte ad una crisi non più a carattere stagionale. Il commissario straordinario Nicola Dell’Acqua aveva preso degli impegni, così come il ministro degli Interni Matteo Piantedosi. È il momento di mantenerli.





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